PIRANDELLO E LE SUE “BELVE”
IL CIRCO LA FAGNANI NON DOMA, MA EVITA LE ZAMPATE
“NON SO SE SONO adatta a un’intervista di classe come le sue…”; “Dottoressa, a dire le parolacce ha cominciato lei…”. Le migliori definizioni dei faccia a faccia di Belve le hanno date Floriana Secondi e Massimo Ferrero, in arte Viperetta – coatti col bonus 110 per cento per orgogliosa autodenuncia – all’ineffabile Francesca Fagnani. Altro che adatta: per Floriana, vincitrice della terza edizione del Grande Fratello (quando si andava al GF per entrare nell’albo dei Vip, non per non venirne radiati), rispondere alle indiscrezioni della conduttrice era la morte sua. Ormai il passo tra lotta di classe e “intervista di classe” è sempre più breve: a volte gli estremi non solo si toccano, ma si sgamano. Tuttavia, nella giungla lussureggiante di interviste e di affettuosità televisive Belve si distingue per una sottile vena umoristica, quello che Pirandello chiamava il sentimento del contrario. Da una parte abbiamo l’esibita belvità intesa in senso sempre più fluido – da Floriana a Viperetta, da Rocco Siffredi a Michele Bravi –, perché “una belvata non si nega a nessuno”, con i protagonisti lasciati il più possibile allo stato brado. Ma Fagnani sa anche che non esiste leone più pecora del leone del circo, e dunque non ha nulla della domatrice. Niente frusta, niente cerchio di fuoco e rullo di tamburi alla Darix Togni. Non mette la testa nelle fauci del leone: coscienziosa vippologa, si china sui dati della sua scaletta controllando di continuo le citazioni (fin troppo, il meglio arriva quando se ne dimentica), e tiene testa ai ruggiti e alle zampate senza fare una piega, opponendo il serafico sorriso della Fata Buonanotte. Può essere che venga nostalgia della savana del National Geographic, nell’occhio della tigre c’è una luccicanza che noi esseri umani non avremo mai; eppure Belve riapre una questione etologica mai risolta dai tempi di Fantozzi. Chi sono le vere belve umane, e che cosa dobbiamo temere di più? La zanna della tigre o la goccia che scava l’artiglio?