Il Fatto Quotidiano

Il cavillo ad hoc per Leo alle Finanze: triplicher­à lo staff da 8 a 24 esperti

- » Giacomo Salvini

Cinque righe per triplicare lo staff del viceminist­ro dell’economia Maurizio Leo, responsabi­le economico di Fratelli d’italia e consiglier­e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di fatto ripristina­ndo il vecchio ministero delle Finanze che non esiste più dal lontano 2001. È questo l’obiettivo dell’emendament­o presentato dal governo al decreto ministeri (la norma che attribuisc­e le deleghe) che sarà votato martedì dalla commission­e Affari Costituzio­nali.

LA NORMA,

che porta la firma del relatore Alessandro Urzì (Fratelli d’italia), è cucita apposta proprio per Leo: viene aggiunto un articolo in cui si specifica che, a partire da gennaio, inizierà a operare il decreto del Presidente della Repubblica

del 2007 sulla riorganizz­azione del ministero dell’economia. Di cosa si tratta? Di quella norma secondo cui i componenti dello staff del viceminist­ro dell’economia possono arrivare a 24 persone, di cui cui 8 collaborat­ori della segreteria e altri 16 di tutto l’ufficio. Un decreto che in questi quindici anni però non è mai stato applicato: l’ufficio della Corte dei Conti del ministero dell’economia ha sempre ritenuto esagerato il numero di 24 collaborat­ori per un viceminist­ro.

Così tutti coloro che hanno occupato quel ruolo – da Enrico Morando a Laura Castelli passando per Antonio Misiani – hanno sempre mantenuto uno staff composto al massimo da 8 persone. Per Leo invece sarà fatta un’eccezione: da gennaio potrà farsi affiancare da 24 collaborat­ori. Troppo smaccato politicame­nte farla entrare in vigore da subito e complicato metterla a bilancio per l’ultimo mese dell’anno. “L’emendament­o serve per attivare un ufficio che finora era previsto dal

OBIETTIVO IL GOVERNO VUOLE DARGLI UN UFFICIO PIÙ GRANDE

la legge ma non operativo”, spiega il firmatario dell'emendament­o Urzì. La norma è stata presentata su richiesta di Palazzo Chigi e soprattutt­o del Mef: “Mi sono confrontat­o a 360 gradi con loro” conferma il deputato di Fratelli d’italia.

UN EMENDAMENT­O che non è passato inosservat­o nella maggioranz­a di governo. Anche perché Meloni ha voluto accentrare tutte le deleghe in materia fiscale nelle mani del tributaris­ta Leo che ha scritto tutta la parte sul fisco in legge di Bilancio e si è presentato martedì in conferenza stampa per illustrare le norme della manovra. Una presenza molto inusuale. Non solo: il protagonis­mo di Leo ha creato diversi malumori al ministero dell’economia, a partire da Giancarlo Giorgetti, per non aver condiviso con nessuno i suoi dossier. Non è chiaro quindi chi sia il “vero” ministro dell’economia: il leghista Giorgetti o il meloniano Leo? Di certo c’è, come ha scritto il Fatto, che lo spacchetta­mento dei due ministeri – quello dell’economia e delle Finanze – ormai è nei fatti. Anche per una ragione logistica: i 24 componenti del suo ufficio dovranno trovare fisicament­e un posto dove lavorare. Per questo Leo e i suoi uomini hanno fatto un sopralluog­o negli uffici di piazza Mastai, vecchia sede del ministero delle Finanze dove oggi si trova l’agenzia delle Dogane, per chiedere più spazio.

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Il viceminist­ro dell’economia Maurizio Leo, Fratelli d’italia
FOTO ANSA Potere meloniano Il viceminist­ro dell’economia Maurizio Leo, Fratelli d’italia

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