ISCHIA, FRANA LA CAPI TALE DELL’ABUSIVISMO
• Fra tragedie annunciate e favoritismi Legambiente: “Non dovevano costruire lì”. Oltre 27mila pratiche di condono: una per famiglia. Così la politica baratta sicurezza per i voti
Il luogo dove una colata di fango ha seminato morte e distruzione nel comune di Casamicciola si chiama “Rarone” ed “è una specie di “cono sotto alla montagnola (il monte Epomeo, ndr) che si è staccata per la pioggia”, spiega Rino Romano, ambientalista storico e presidente del Pan Assoverdi sull’isola d’ischia. Area pericolosa a occhio nudo, quella del Vallone Sinigallia, già interessata dall’alluvione del 10 novembre 2009 (morì una quindicenne) e al nubifragio del 1910: come hanno potuto edificare lì? “Bisogna risalire alla notte dei tempi, quelle case c’erano da almeno trent’anni, da quando ci sono stati i vari condoni che hanno incitato a costruire”.
La piaga, secondo Romano, è qui: nell’abusivismo diffuso “che ha aggravato il dissesto idrogeologico”, e nei condoni che hanno fotografato le dimensioni del fenomeno. Numeri da paura: 27.010 istanze di condono tra il 1985, 1994 e 2003, divisi così: Ischia, 7357; Casamicciola, 3130; Barano 3958; Forio 8529; Lacco Ameno 2209; Serrara Fontana 1827. L’isola verde conta 62.000 abitanti circa, quindi uno ogni 2,15 abitanti, su un territorio di 46,3 kmq. “In pratica il numero delle domande assomiglia a quello delle famiglie”, tira le somme il professore ed urbanista Sebastiano Conte.
AGGRESSIONI CONTRO PM E GIORNALISTI: “ANDATE VIA”
Ma guai ad additare Ischia come la capitale degli abusi: politica e popolazione locale si inalberano come un tutt’uno. Il 21 agosto 2017 una scossa di terremoto di modeste dimensioni causò la morte di una persona per il crollo di una palazzina a via Serrato, nata di un piano, diventata di tre piani nel tempo, ed interessata da due istanze di condono. Il sisma, che in Giappone nemmeno avrebbero avvertito, ebbe sul quartiere La Rita di Casamicciola e i dintorni di piazza Maio lo stesso effetto di un bombardamento, e si tratta di zone anch’esse molto colpite dall’alluvione di ieri, due case sono state rase al suolo dalla furia dell’acqua. Sui cronisti che raccontarono l’accaduto e provarono a spiegarlo e iniziarono a scrivere di abusi e condoni, si scatenò la rabbia dei residenti, assiepati sotto i locali dell’unità di crisi della Protezione Civile. “Via, via, siete degli sciacalli”, tra insulti e minacce, presenti un paio di sindaci, che guardarono i loro elettori aggredire verbalmente i giornalisti, senza muovere un dito.
Nervi scopertissimi. Nel gennaio 2011 il procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara, titolare della delega ambiente e territorio, diede il
‘‘ La Regione manda segnali ambigui per non toccare il bacino di consensi Peppe Mazzara, Legambiente Ischia
via a un piccolo programma di demolizioni. Sui muri dell’isola verde comparvero scritte minacciose: “Morte a De Chiara, Caldoro infame”. Caldoro era il presidente della Campania, Forza Italia. L’istituzione regionale aveva destinato risorse agli abbattimenti e il partito di Berlusconi non era ’’ riuscito a mantenere le promesse di campagna elettorale: un decreto legge che s o s p e ndeva le d e m o l izioni giudiziarie solo sul territorio campano. “Fu dichiarato subito anticostituzionale” sottolinea De Chiara “ma fu un segnale significativo”. Tensioni fortissime. “Ci furono proteste di piazza – ricorda il magistrato ora in pensione – e il vescovo, lo sottolineò con a
Villette di 100 mq dovevano essere distrutte ma nessuno ha chiarito cosa è sanabile
marezza, decise di partecipare, per difendere ‘abusi di necessità’, una espressione vuota, priva di significato quando ci troviamo di fronte a villette monofamiliari di cento metri quadri come quelle destinatarie dei nostri provvedimenti dell’epoca”.
IL MANIFESTO DELLA LEGA “CONDONO PER NECESSITÀ”
Sui condoni De Chiara la pensa così: “La politica non intende assumere iniziative per definirli, per fare chiarezza su cosa è sanabile e cosa no. Anzi, nell’ultima campagna elettorale c’è chi ha chiesto di proporre nuovi condoni”. Il riferimento è alla Lega, al loro manifesto in Campania “condono edilizio subito”. Lo firmò il consigliere regionale Severino Nappi, candidato non eletto, che poi se l’è presa anche con il governatore De Luca, accusato di non aver inserito norme pro “condono di necessità” nella riforma dell’urbanistica regionale approvata ad agosto.
“L’isola d’ischia dovrebbe essere governata da persone competenti, intelligenti e serie, in grado di contenere questa spinta selvaggia all’urbanizzazione”, protesta il presidente di Legambiente Ischia Peppe Mazzarra. “La parte più danneggiata dall’alluvione è stata ‘colonizzata’ tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, ne sono stato testimone, con costruzioni non a regola, non consentite. E dopo il terremoto 2017 la parte alta di Casamicciola si è ulteriormente sviluppata dal punto di vista edilizio e urbanistico”. Come hanno fatto? “Lo hanno fatto e basta. Queste operazioni andavano contrastate, sconsigliate, anche in presenza di eventuali titoli autorizzativi, dopo un terremoto e l’aggravamento del rischio idrogeologico”. Invece niente. Colpa, secondo l’esponente di Legambiente, del ‘sistema Ischia’, “fondato su una concezione micro proprietaria del territorio, gestito con criteri risalenti a 100 anni fa, senza lungimiranza, difendendo interessi particolari e guadagnando voti, mentre la Regione Campania di Vincenzo De Luca manda segnali ambigui per non compromettere un buon bacino di consensi e la politica nazionale contribuisce a sigillare questo sistema: non credo non ci sia stato un ministro, di ogni schieramento, che non sia venuto sull’isola negli ultimi anni e non si sia reso conto della situazione”.
I PRECEDENTI NEL 2006, 2009 E 2017: IN 6 PERSERO LA VITA
Sarebbe bastato leggere un poco di archivio. Negli ultimi 16 anni l’isola d’ischia è stata teatro di altre frane ed eventi tragici, almeno tre, collegati all’aggressione del territorio. Il 30 aprile del 2006 una frana di fango e detriti colpì il monte Vezzi. Una intera abitazione venne spazzata via e a perdere la vita furono quattro persone: Luigi Buono, che faceva il cuoco sull’isola, e le sue tre figlie Anna, 18 anni, Maria, che ne aveva quasi 17 e Giulia, di 13. Dalla tragedia si salvarono la madre delle tre ragazze, Orsola Migliaccio, e una bimba piccola. Duecentocinquanta le persone che furono evacuate. A distanza di soli tre anni, il 10 novembre del 2009, ad essere colpita fu proprio Casamicciola, la porzione dell’isola Verde compresa tra Porto e Lacco Ameno. Per la pioggia dal monte Epomeo si staccò un costone che provocò uno smottamento che trascinò a mare decine di auto e detriti. A perdere la vita fu Anna De Felice, una ragazzina di appena 15 anni, le hanno intitolato una piazza, anch’essa invasa ieri dai detriti. Nel 2017 altro evento drammatico, Casamicciola e Lacco Ameno vennero scosse da un terremoto di magnitudo 4.0. che causò la morte di due persone, il crollo di diverse abitazioni, 2360 sfollati.