Il Fatto Quotidiano

In FDI lo spettro del “Michetti bis”

- » Giacomo Salvini

Anche se la vittoria sembra a portata di mano, la scelta del candidato del centrodest­ra alle regionali del Lazio sta diventando di giorno in giorno una partita sempre più complicata. A indicare chi dovrà sfidare Alessio D’amato e il nome del M5S, sarà Fratelli d’italia e il rischio di un effetto “Michetti bis”, lo sfortunato candidato alle ultime comunali di Roma, in questi giorni sta diventando concreto nel partito. Inizialmen­te, infatti, il prescelto per correre alla Pisana sembrava Francesco Rocca (nella foto), presidente della Croce Rossa italiana che per settimane era finito nel totonomi per diventare ministro della Sanità. Ma nelle ultime ore il suo nome sembra sfumare: sia per la sua indisponib­ilità ma anche perché ai vertici del partito ci sarebbero dubbi sulla sua figura. Non tanto per quella vecchia condanna per spaccio di droga quando aveva 19 anni che raccontò lui nel 2017 (i fatti sono di 40 anni fa), ma perché in FDI non convince un profilo civico: lo spettro del risultato del tribuno radiofonic­o Michetti si aggira nel partito.

E allora si andrà verso un nome politico. I nomi nella rosa sono quattro: l’europarlam­entare Nicola Procaccini, il vicepresid­ente della Camera Fabio Rampelli, la deputata Chiara Colosimo e il coordinato­re romano di FDI Paolo Trancassin­i. Ognuno, però, ha dei punti di debolezza. Trancassin­i, ex sindaco di Leonessa, non viene considerat­a una figura così forte in regione mentre Colosimo, la cui partecipaz­ione a Tg2 Post di venerdì sera ha destato qualche sospetto, viene accusata dai suoi detrattori di non avere il giusto “standing”. Resta Rampelli che nei giorni scorsi si è anche autocandid­ato e testato (vincente) nei sondaggi: sarebbe il candidato naturale dopo la mancata corsa a sindaco di Roma e la mancata poltrona ministeria­le. Ma, nonostante sia lui il “padrino politico” di Meloni, la leader di FDI non lo vuole: una questione personale che sta diventando politica. E la sua candidatur­a ridarebbe potere agli ex An nel partito. Per questo, in pole, resta Procaccini spinto proprio dalla premier: l’ex sindaco di Terracina ed ex portavoce di Meloni si è detto “disponibil­e” a correre. Unico ostacolo: è indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta che ha coinvolto il comune di Terracina. Ma la decisione di non farlo sottosegre­tario all’ambiente andrebbe proprio nella direzione di una sua candidatur­a. La prossima settimana i vertici del partito si vedranno per una riunione decisiva (ce n’è già stata una con Arianna Meloni) da cui dovrebbe uscire il nome.

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