Armi all’ucraina, ci saranno sorprese
IL PD ASSICURA:
“Mozione M5s sulle armi in Ucraina? Non ci spaccheremo”. Ma Boccia: “Chi enfatizza l’atlantismo a oltranza è in malafede”.
da sottolineare in rosso: le mozioni su armi e Ucraina già calendarizzate alla Camera per il prossimo 29 novembre. Non un dibattito qualsiasi e che farà sicuramente emergere posizioni differenziate, sia nella opposizione che nella maggioranza. Come conclusione un voto favorevole all’invio di altri armamenti a Kiev ma non affatto scontato sui numeri. Il dato politico di fondo è che, trascorsi nove mesi dall’aggressione di Putin si rafforzano all’interno degli schieramenti parlamentari domande più che legittime sulla carneficina che non accenna ad esaurirsi, anzi. Fermo restando il sostegno al popolo aggredito si può proseguire in una guerra senza sbocchi apparenti continuando a camminare a occhi chiusi sull’orlo del baratro? Che, come tutti sappiamo è quel conflitto nucleare che potrebbe deflagrare a seguito non di un atto criminale premeditato ma di uno stupido incidente. Gli ordigni della difesa ucraina esplosi in territorio polacco non ci hanno fatto temere, per qualche ora, il peggio? Un quadro buio nel quale il presidente Zelensky ha tutto il diritto di affermare che il suo popolo non chiederà mai la pace finché i russi non saranno ricacciati dal Donbass e la Crimea riconquistata. Uno scenario irrealistico, diciamolo. E privo di sbocco. Insomma, tra pochi giorni il parlamento sarà chiamata a decidere se l’italia dovrà continuare a essere cobelligerante, in una prospettiva senza se, senza ma e senza fine?
O se si possa, e si debba, insieme all’invio delle armi contribuire a creare le condizioni per una pressione internazionale, al momento inesistente, per sperare, almeno, in un cessate il fuoco? Qualcosa su ciò che si muove nell’opposizione ce lo ha fatto capire la risoluzione del Parlamento Ue che il 24 novembre ha condannato i “mezzi terroristici” di Mosca: votata trasversalmente ma con l’astensione dei Cinquestelle e il no di tre deputati della sinistra democratica. Una situazione che potrebbe ripetersi a Montecitorio, con il probabile distinguo del gruppo Sinistra Italiana-verdi dagli alleati (elettorali) del Nazareno. Partito favorevole a nuovi invii di armi ma dove, per esempio, le parole di Francesco Boccia (non un pericoloso bolscevico) contro l’“estremismo atlantico” lasciano presagire quel che si definisce un franco dibattito. Attenzione però che anche nel destracentro la mozione pro-armi del governo Meloni non ha in tasca l’unanimità. Che atteggiamento assumerà Silvio Berlusconi i cui fuorionda, piuttosto “comprensivi” verso l’amico Putin, misero quasi alla corde la premier alla vigilia della fiducia? Così come c’è da chiedersi se l’affettuoso filoputinismo di Matteo Salvini e dei suoi, occultato per un’evidente ragion di stato, riemergerà in forme diverse, magari con la richiesta di ancorare a condizioni “pacifiste” il sostegno armato italiano? In una ipotetica scomposizione dei blocchi sull’ucraina potremmo ritrovarci con un Sì imperniato su FDI, larga parte del Pd e Terzo Polo. Mentre, le perplessità di Forza Italia e Lega potrebbero non risultare troppo lontane dagli argomenti del M5s e di Sinistra italiana. È solo fantapolitica?