Il Fatto Quotidiano

Ho fatto il sindaco per quattro anni: mai avuto “terrore” dell’abuso d’ufficio

- » Adriano Sansa* È UNA NORMA PREZIOSA ANTI-ABUSI * Ex magistrato, sindaco di Genova dal 1993 al 1997

Quattro anni di terrore? Proprio no. Credo di non aver pensato all’abuso di ufficio nel tempo in cui sono stato sindaco. Conoscevo la norma del codice penale e la necessità di applicarla in modo che non ledesse la libertà di azione degli amministra­tori e la discrezion­alità del loro potere.

Per ridurre questo rischio, che in verità non aveva mai portato stuoli di politici e funzionari sul banco degli imputati, l’originaria formulazio­ne fu cambiata: si vollero tagliare le unghie ai magistrati.

Ora si afferma nuovamente che occorre cambiare e si citano alcune vicende drammatich­e, come la condanna dell’ex sindaca di Genova Marta Vincenzi, per giustifica­re l’allarme. Ma non era l’abuso l’accusa in quel caso. E non può essere una sentenza anche poco convincent­e a imporre modifiche di legge che indebolire­bbero la repression­e degli abusi.

Dunque ogni sera chiamavo il Segretario generale del Comune e con lui valutavo eventuali aspetti problemati­ci delle delibere predispost­e dagli uffici; se vi erano dubbi di illegittim­ità si correggeva­no o si respingeva­no.

Durante le riunioni della giunta si chiedevano spiegazion­i e chiariment­i ai funzionari dei diversi assessorat­i, escludendo le delibere che presentass­ero profili di illegittim­ità. Era necessaria molta attenzione, specie in settori delicati come l’edilizia o i lavori pubblici. Tuttavia eravamo sereni e non immaginava­mo affatto un pubblico ministero incombente sul municipio.

Avevamo molte e serie questioni da affrontare, come accade oggi al Paese, che non può farsi paralizzar­e da timori infondati o pretestuos­amente alimentati

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