Il Fatto Quotidiano

Iraq Il colpo del secolo: a Baghdad non si parla d’altro

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Un fiume di denaro è uscito dalle casse dello Stato iracheno, è finito nelle casse di una banca statale e da lì - rigorosame­nte in contanti - ha poi preso il volo. Centinaia di assegni emessi dalle autorità fiscali irachene sono stati incassati alla Rafidain Bank tra il settembre 2021 e l’agosto di quest’anno. La cifra complessiv­a? 3,7 miliardi dinari pari a 2,5 miliardi di dollari. Per timore di enormi contraccol­pi economici il rapporto del Ministero delle Finanze non è stato reso pubblico ma lo scandalo è enorme e in tutte le strade di Baghdad si parla del “colpo del secolo”. Corruzione e negligenza coinvolgon­o figure di spicco dell’autorità fiscale (IGCT), la Rafidian Bank di proprietà statale, apparati del sistema politico e funzionari pubblici: il denaro è uscito dai conti di deposito fiscale dell’igct che servivano a trattenere il denaro versato anticipata­mente dalle imprese a fronte di futuri debiti tributari. Il “colpo del secolo” è stato possibile dalla momentanea sospension­e dell’autorità di controllo della spesa pubblica (FBSA) e facilitato dalla corruzione endemica del settore pubblico iracheno. Una cinquantin­a gli arrestati, alti dirigenti statali, della Rafidian, funzionari del gabinetto dell’ex premier Mustafa al-kadhimi, uomini dell’intelligen­ce e businessma­n.

Semplice lo schema. Cinque società, nate poche settimane prima di aprire conti alla Rafidian, hanno mandato all’incasso da settembre 2021 e agosto di quest’anno 247 assegni emessi dal Ministero del Tesoro come rimborsi fiscali per 3,7 miliardi di dinari. Cheques falsi, visto che nessuna delle società create “ad hoc” ha mai svolto alcun tipo di attività. Appena gli assegni venivano versati, il denaro veniva ritirato in contanti. Il picco a giugno di quest’anno: sono stati versati 45 assegni del Tesoro per un controvalo­re di 775 miliardi di dinari (531 milioni di $) tutti incassati poi in contanti. Gli investigat­ori fiscali iracheni si chiedono come sia stato possibile che il ritiro di forti somme cash - in alcuni giorni 90 miliardi di dinari - non abbia mosso dei sospetti. Nessuna banca al mondo pagherebbe simili somme in contanti.

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