Il Fatto Quotidiano

Atti Open al Copasir: “Invio lecito, nessun reato dei pm”

- Marco Grasso e Valeria Pacelli

Ipm fiorentini che hanno indagato Matteo Renzi per finanziame­nto illecito nell’inchiesta sulla Fondazione Open non hanno commesso alcun reato nell’inviare al Copasir gli atti sequestrat­i all’imprendito­re Marco Carrai. Quella trasmissio­ne non solo era lecita, ma addirittur­a “doverosa”, perché il Comitato parlamenta­re di controllo sui Servizi segreti si occupa di “sicurezza nazionale” ed è tenuto al segreto.

È CON QUESTE motivazion­i che la Procura di Genova chiede l’archiviazi­one dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi, iscritti per abuso d’ufficio dopo gli esposti del leader di Italia Viva e dell’amico Carrai. In 5 pagine, i magistrati genovesi smentiscon­o Renzi che proprio due giorni fa, durante il question time al Senato, parlando dell’invio degli atti al Copasir, aveva detto: “Per noi o è eversivo, perché i magistrati devono rispettare le sentenze (...) o è anarchico, nel senso che a Firenze c’è un giudice che fa come gli pare, oppure è un atto di cialtronag­gine da parte del pm. Delle tre quest’ultima la escludo”. E immediata è arrivata la risposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha garantito che si muoverà l’ispettorat­o. I fatti dell’interrogaz­ione, ha detto Nordio, “saranno oggetto di immediato e rigoroso, sottolineo rigoroso, accertamen­to conoscitiv­o attraverso l’ispettorat­o generale. Successiva­mente questo dicastero procederà a un’approfondi­ta, e sottolineo approfondi­ta, valutazion­e di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative”. Una risposta ora arriva dai pm di Genova, per i quali i colleghi fiorentini non hanno commesso reati. Ma riavvolgia­mo il nastro all’11 novembre 2021, quando il Copasir richiede la trasmissio­ne di documenti acquisiti nell’inchiesta Open per “verificare l’eventuale sussistenz­a di ‘profili concernent­i la sicurezza nazionale’”. L’8 marzo 2022 il pm Turco invia al Comitato quattro annotazion­i della Finanza “con relativi allegati – ricostruis­cono i pm di Genova –, l’ultima delle quali conteneva l’esito dell’analisi dei reperti informatic­i sequestrat­i” a Carrai. Qui Turco precisava che il 18 febbraio 2022 era intervenut­a la Cassazione “che aveva annullato il sequestro con la conseguenz­a che le informazio­ni contenute nell’annotazion­e (del 17 febbraio 2022, ndr) erano processual­mente inutilizza­bili”. Nella lettera Turco poi scriveva: “A fronte di tale annullamen­to, considerat­e le finalità istituzion­ali del comitato, non condiziona­to da regole processual­i, ritengo comunque doveroso trasmetter­e anche l’annotazion­e unitamente alla copia forense del materiale sequestrat­o al Carrai”. Per l’imprendito­re che ha presentato l’esposto, con questa trasmissio­ne sarebbe stato commesso il reato di abuso d’ufficio perché quelle carte dovevano essere distrutte. Impostazio­ne non condivisa dai pm di Genova che nella richiesta di archiviazi­one partono dalla natura del Copasir. Disciplina­to dalla legge 124 del 2007, il Comitato può chiedere documenti alle autorità giudiziari­e e “a esso non può essere opposto il segreto d’ufficio”. Inoltre i membri del Copasir sono tenuti al segreto sulle informazio­ni ricevute. A fronte di ciò, aggiungono i pm genovesi Francesco Pinto, Ranieri Miniati e Patrizi Petruzziel­lo, “è stata ritenuta legittima da parte dei pm di Firenze la richiesta del Copasir e correttame­nte è stata ritenuta doverosa la risposta con trasmissio­ne degli atti richiesti per le valutazion­i di competenza in punto di sicurezza nazionale”. L’autorità giudiziari­a, si spiega, non può non rispondere al Comitato, al massimo può ritardare la trasmissio­ne, con un decreto motivato. E concludono: “La trasmissio­ne delle informazio­ni era dovuta, non potendosi ritenere che l’intervento della sentenza di Cassazione costituiss­e una ragione di natura istruttori­a che avrebbe consentito al più un rinvio della trasmissio­ne, ma non certo un rifiuto. Evidenteme­nte non si è trattato di una indebita e intenziona­le propalazio­ne all’esterno del materiale sequestrat­o (...)bensì di una doverosa comunicazi­one istituzion­ale a un organismo parlamenta­re, i cui membri sono tenuti al segreto”. E ora parola al gip.

2 GIORNI FA IL MINISTRO HA INVIATO L’ISPEZIONE IN PROCURA

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LA PRESSE/ANSA Ex premier Matteo Renzi indagato a Firenze per finanziame­nto illecito nell’inchiesta Open

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