Rebellin, identificato il “pirata”: è un tedesco con precedenti. Si valuta mandato di cattura
Fosse ancora in Italia, il camionista tedesco che ha ucciso il campione di ciclismo Davide Rebellin, sarebbe già stato arrestato, accusato di omicidio stradale e fuga del conducente. Per il momento è un semplice indagato a piede libero, perché dopo essere fuggito dal luogo dell’incidente, ha raggiunto Berlino e quindi la sua residenza, a Recke, in Renania Westfalia. La Procura di Vicenza, informata dai carabinieri dell’identificazione, ha già avviato le pratiche per chiedere all’autorità giudiziaria tedesca un provvedimento cautelare. Non è stato chiarito di quale natura sia, ma le parole del procuratore Lino Giorgio Bruno appaiono chiare: “Sono in corso gli approfondimenti per l’esatta ricostruzione della dinamica dell’incidente, ai fini delle determinazioni ulteriori e delle iniziative da assumere in relazione alla condotta tenuta” dall’investitore. Saranno poi giudici tedeschi a decidere, anche sulla possibilità che l’indagato venga trasferito in Italia. Il quadro indiziario sembra chiaro. Mercoledì Rebellin si stava allenando quando, a mezzogiorno, con la bici ha impegnato una rotatoria della statale 11, diretto a Montebello Vicentino. Lì è stato colpito dall’autoarticolato con targa tedesca, ripreso da alcune telecamere. Alcune
persone, fermatesi a prestare soccorso, come ha dichiarato il procuratore, hanno affermato che “l’autista dopo l’investimento era disceso dal mezzo avvicinandosi alla vittima e subito dopo aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi”. I testimoni lo hanno fotografato, fornendo ai carabinieri una prova formidabile del fatto che fosse a conoscenza dell’incidente. Attraverso l’agenzia delle Entrate e il Centro di cooperazione della Polizia in Italia, Austria e Slovenia che si trova a Thorl-maglern, in Carinzia, i carabinieri hanno accertato che il camion era entrato al mattino in Italia e nel pomeriggio aveva caricato della merce all’interporto di Verona. La società di trasporti internazionali aveva copia della foto dell’autista, coincidente con le immagini scattate a Montebello. Si tratta di un uomo di 62 anni, fratello del titolare della ditta tedesca, che dopo aver raggiunto Berlino era rientrato a casa. Il certificato penale ha rilevato, in Italia, due gravi precedenti. Nel 2014 gli era stata ritirata la patente a Chieti per guida in stato di ebbrezza. Nel 2001 aveva patteggiato a Foggia per non essersi fermato dopo un incidente con feriti, pena poi finita in prescrizione.