Il Fatto Quotidiano

Corte Conti contro norme su condono e Pos Guai pure per il 110%: Mef valuta la proroga

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Non è stata una bella giornata quella delle audizioni sulla legge di Bilancio tenutesi ieri alla Camera. Sono intervenut­e moltissime organizzaz­ioni sociali, i sindacati, la Confindust­ria, i costruttor­i, commercian­ti e artigiani, le cooperativ­e, ma anche la Corte dei Conti. Quest’ultima, pur apprezzand­o la linea di austerità della manovra, che punta alla riduzione di debito e deficit, ha parlato di “elementi di incertezza” e soprattutt­o ha puntato il dito contro l’innalzamen­to del tetto dei pagamenti e “la non sanzionabi­lità dei rifiuti ad accettare pagamenti elettronic­i di un determinat­o importo”. Si tratta di misure, dice la Corte, che non sono in linea “con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr”. L’osservazio­ne non è peregrina e quindi sembra del tutto inadeguata la replica di Matteo Salvini secondo cui “se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle”. Giorgetti, più sornione, consiglia in caso di rifiuto della carta di credito di “cambiare ristorante”, ma il governo su questo punto avrà un problema.

Particolar­e acrimonia è venuta dal presidente di Confindust­ria, Carlo Bonomi, deluso per la “mancanza di visione” e per l’assenza di una misura “choc” sul cuneo fiscale. Male anche le misure sulle flat tax, che per Confindust­ria “minano il principio di progressiv­ità delle imposte”. Delusi anche i sindacati che con Cgil e Uil hanno indetto per il 16 dicembre il primo sciopero territoria­le in Lombardia. I costruttor­i lamentano il problema del costo delle materie prime e chiedono nuovi fondi sul Pnrr. Sul Piano europeo di ricostruzi­one e resilienza, invece, il governo ha saggiato le reali intenzioni della Ue, che ha inviato a Roma la task force sul Recovery. Grazie anche ai buoni uffici di Paolo Gentiloni, commissari­o all’economia, sembra possa emergere una sorta di patto. L’italia potrà beneficiar­e di flessibili­tà sui conti e sugli investimen­ti, ma deve garantire che “farà le riforme” come ha scandito il capo della task force Eric von Breska. Il governo punta a rivedere i tempi e le risorse e una mano potrebbe venire dal programma Repowereu da cui potrebbero arrivare altri 4 miliardi se l’ue deciderà il riutilizzo dei fondi di coesione. Problemi anche sul Superbonus: a partire da Forza Italia, in molti spingono perché nel decreto Aiuti quater si estendano i termini per usufruire del Superbonus al 110%. Il Mef ha detto che il progetto è allo studio: si annuncia l’ennesima retromarci­a?

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