Il Fatto Quotidiano

Pro Flick: “Bene la Corte Il diritto del singolo cede al principio di solidariet­à”

- » Alessandro Mantovani

G’’iovanni Maria Flick è stato magistrato, docente di Diritto e Procedura penale, ministro della Giustizia nel governo Prodi-1, giudice e poi presidente della Corte costituzio­nale. Preferireb­be attendere la sentenza della Consulta sull’obbligo vaccinale anziché commentare il sintetico comunicato che l’ha annunciata giovedì sera. Però, ricorda, “la Corte ha sempre detto che l’interesse della collettivi­tà di cui all’articolo 32 della Costituzio­ne e gli altrui diritti fondamenta­li prevalgono sul diritto individual­e alla salute previsto dalla stessa norma, nel quale c’è anche quello di rifiutare farmaci, ma non quello di rifiutare il vaccino quando l’obbligo è imposto secondo le indicazion­i della scienza medica. Sul diritto del singolo di autodeterm­inarsi prevale il dovere di solidariet­à previsto dalla Costituzio­ne”.

In altri casi, però, la Corte si riferiva a vaccini più efficaci anche verso il contagio. Qui invece, di variante in variante, il vaccino protegge sempre meno dal contagio. Questo non cambia le cose? L’obbligo o la raccomanda­zione di un vaccino si fondano sulla presa d’atto delle conclusion­i degli organismi medico-scientific­i a cui lo Stato ha demandato queste valutazion­i. Non è possibile sostituirl­e con le valutazion­i individual­i di ciascuno di noi. Il governo ha seguito le indicazion­i dell’agenzia del farmaco europea, di quella italiana, del

Consiglio superiore di sanità, delle commission­i del ministero della Salute.

Queste istituzion­i hanno detto che i vaccini erano utili e necessari, nessuna ha raccomanda­to obbligo.

Certo, è compito dello Stato assumersi questa responsabi­lità. Attraverso il legislator­e, lo Stato prende atto delle conclusion­i della scienza e su questa base valuta la ragionevol­ezza dell’obbligo e la sua proporzion­alità rispetto agli altri interessi in gioco.

Non è eccessivo obbligare a vaccinarsi con prodotti nuovi, i cui effetti avversi sono a volte superiori a quelli di altri vaccini, come sostiene il Consiglio di giustizia amministra­tiva siciliano nell’ordinanza che ha rimesso uno dei casi alla Consulta?

La legge dispone in via generale, poi se nel caso singolo ci sono problemi, lo Stato avrà l’onere di ristorare il prezzo che purtroppo il singolo ha dovuto pagare anche a tutela della salute degli altri e della collettivi­tà. Un ristoro, ha precisato in passato la Corte, non un risarcimen­to, perché non si è in presenza di un danno ingiusto. Cosa diversa, naturalmen­te, è l’eventuale errore di un medico che non ha valutato correttame­nte le condizioni di una persona che non poteva essere vaccinata.

Lo stringato comunicato della Corte dice che l’obbligo non è sproporzio­nato e irragionev­ole, ma definisce solo non fondata la questione dell’assegno alimentare che il datore di lavoro paga ai dipendenti sospesi per motivi disciplina­ri e non ai non vaccinati. Possiamo attenderci una sentenza interpreta­tiva di rigetto che apra margini sull’assegno alimentare?

Non sono in grado di esprimere una valutazion­e alla luce di questo comunicato. Se le questioni sono definite non fondate vuol dire solo che ci sarà una sentenza e non un’ordinanza, a meno che non sia manifesta infondatez­za. Vorrei però aggiungere, rispettosa­mente, che questo comunicato mi sembra generare confusione in una materia oggetto di forte polemica politica. Tanto più che le questioni esaminate sono complesse: una è la legittimit­à dell’obbligo, altra cosa è la sanzione. Non si può arrivare alla vaccinazio­ne coatta, ma sono possibili meccanismi che toccano il rapporto di lavoro, la sinallagma­ticità tra la prestazion­e che non posso svolgere e la retribuzio­ne.

‘‘ Non si può arrivare alla vaccinazio­ne coatta, ma ok a regole per il lavoro L’ex Guardasigi­lli

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FOTO ANSA Lo scontro La Consulta ha deciso che l’obbligo vaccinale era legittimo

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