Bossi silura Salvini: “La Lega è senza identità, così si muore”
RITORNO Il Senatur inaugura il suo Comitato Nord e attacca Matteo: “Ho dovuto raccogliere il grido di dolore del partito. È ora di rialzarsi”
“Èora di rialzarsi in piedi, negli ultimi anni è stata cancellata l’identità della Lega. E se cancelli l’identità, muori”. Umberto Bossi non nomina mai Matteo Salvini, ma in dieci minuti di intervento fa a pezzi la linea del segretario. Il Senatur arriva verso le 11 e 30 al Castello di Giovenzano (Vellezzo Bellini, Pavia), dove in un gelido sabato mattina è in programma il primo evento pubblico del Comitato Nord, la corrente della Lega fondata proprio da Bossi dopo il disastro elettorale del 25 settembre con l’obiettivo di rilanciare i temi settentrionali. I militanti sono qualche centinaio, la sala è stra-piena e, come ai vecchi tempi, risuona il Va, pensiero.
Ci sono Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi, a cui Bossi ha affidato il coordinamento del Comitato, ma anche parecchi consiglieri regionali leghisti (come Antonello Formenti, Simona Pedrazzi e Max Bastoni) e qualche volto storico del partito, come gli ex ministri Roberto Castelli e Francesco Speroni e l’ex parlamentare varesino Dario Galli.
Ma tutti attendono che parli il Capo. E Bossi, che sul palco siede tra Ciocca e Castelli, dà la linea: “Siamo qui per rinnovare la Lega, non per distruggerla, non faremo questo regalo al centralismo romano”. La critica a Salvini è netta: “Abbiamo dovuto aspettare la crisi elettorale per muoverci, ma era da tanto che c’era bisogno. Cosa vi aspettavate che facessi? Che fossi insensibile al grido di dolore che mi arrivava? Tutti che mi dicevano ‘Bossi, fai qualcosa’”. Il Senatur parla di “sofferenza” per la perdita “di identità della Lega”, poi insiste: “È ora di rinnovare il partito”.
UN’ESORTAZIONE che vuole scongiurare scissioni o rese dei conti, visto che dalla platea in molti preferirebbero uno scontro frontale con Salvini. Un attivista di Desio, per esempio, si alza in piedi e sbotta: “Sappiamo tutti che prima o poi dovremo arrivare a una notte dei lunghi coltelli per far fuori chi va fatto fuori. E per favore, togliete Tik Tok a Salvini, sono imbarazzato nel vedere un uomo di 45 anni fare il coglione su Tik Tok”. Ciocca lo calma: “Un passo alla volta, dai litigi ci guadagnano solo gli altri”. Il riferimento è ai tanti in odore di espulsione per le posizioni anti-salviniane. Come l’eurodeputato veneto Toni Da Re. Bossi lo saluta con affetto: “Mi fa piacere vederti qui”. Da Re è l’ultimo segretario della Liga Veneta eletto dai militanti, prima dei commissariamenti con cui Salvini si è preso il Nord. “I veneti sono nostri fratelli – va avanti Bossi – non è accettabile commissariare il partito. Ma scherziamo?”. Musica per le orecchie di Da Re: “Me ne sono andato al 47,9%. Alle ultime elezioni, la Lega ha preso il 14”. Grimoldi assicura che “questo è solo l’inizio” e che “presto il Comitato farà incontri in Veneto, in Piemonte e in altre Regioni”.
Durante il Va, Pensiero, il consigliere lombardo Roberto Mura sventola il fazzoletto verde, qui esibito da decine di leghisti. I cori salutano Bossi alla fine dell’incontro: “Padania libera!”. Ma la chiamata alle armi di Bossi contro i commissariamenti è tutt’altro che casuale. In questo fine settimana infatti la Lega celebra alcuni congressi provinciali, appuntamenti nei quali il Comitato vuole dare un segnale ai vertici. Il nodo più delicato è quello di Varese (anzi, Busto Arsizio, perché il congresso si terrà lì), dove oggi si sfideranno l’ex capogruppo Giuseppe Longhin, appoggiato dai bossiani, e il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che gode del sostegno di Salvini. “Salvini è bravo – dice Longhin – ma ora bisogna cambiare strategia, altrimenti gli elettori non ci seguono più. Prima del Ponte sullo Stretto pensiamo a finire la Pedemontana”.
Varese è il cuore del Carroccio: qui nel 1984 Bossi fondò la Lega Lombarda, aprì la sede a Piazza del Podestà e elesse i primi leghisti in Consiglio comunale. A Varese oggi voteranno i big di oggi e di ieri: Giancarlo Giorgetti (che non si è schierato), Attilio Fontana, Stefano Candiani, Marco Reguzzoni, i già citati Galli e Speroni. Dovrebbe arrivare anche Bossi, mentre Salvini si terrà a distanza, a Genova. Ma oggi si vota anche a Lodi, Cremona, Pavia e Brescia, mentre ieri a Como è stata eletta la candidata unica Laura Santin, moglie di Fabrizio Cecchetti, fedelissimo di Salvini. E se pure a Lodi e Cremona ci sono candidati unici, a Pavia e Brescia il Comitato guarda ai “suoi” Roberta Marcone e Roberta Sisti. Dopo il successo del “nordista” Fabrizio Sala a Bergamo, altri tornanti pericolosi per il leader.
SFIDA IL FONDATORE PRETENDE I CONGRESSI: “BASTA COMMISSARI”