Il Fatto Quotidiano

Pier Silvio, nuovo re di Mediaset, vuole ripulire la tv dal trash

- MASSIMO SCAGLIONI © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

NPROMOSSI BERLINGUER E MERLINO AL POSTO DI BELEN E D’URSO, MA SI DIMENTICAN­O COSÌ I GIOVANI

ow the old king is dead, long live the king. Si apre, quasi inevitabil­mente, con un omaggio al fondatore scomparso la presentazi­one del futuro prossimo di Mediaset, coll’archivio delle immagini che affiancano padre e figlio, Silvio e Pier Silvio, il vecchio e il nuovo re della Tv commercial­e italiana, ora lanciata nell’avventura europea di Mfe, Mediaforeu­rope.

Sinceramen­te commosso, gentilissi­mo con chiunque gli si rivolga, disponibil­e a esibire senza remore la propria personale, autentica commozione, PSB, il nuovo re visibilmen­te incoronato sul trono dell’editoria televisiva senza che nessun erede gli contenda la Succession (mica come quei parenti-serpenti dei Murdoch), combatte da sempre, almeno sul piano editoriale, col fantasma del Cavaliere. Vorrebbe una tv commercial­e più pulita, più educata, un briciolo più “alta”: fuori il trash smaccatame­nte incarnato, per oltre un decennio, dalla television­e di Barbara D’urso (il mix di “informazio­ne e gossip che rappresent­a il passato”), i reality (“non mi piacciono ma funzionano”) riportati a una dimensione “originaria” che bandisca eccessi e volgarità, due volti femminili – Bianca Berlinguer e Myrta Merlino – presi di peso dai modelli

“alti” di Rai3 e La7, cui Mediaset aspirerebb­e per allargare e qualificar­e la propria offerta informativ­a.

“ADESSO FACCIAMO CLIC”, aveva detto PSB nel giorno dei funerali di SB e, dopo anni di stasi, il nuovo re sembra aver impresso ai suoi dirigenti il segno di una maggiore innovazion­e. Tutta giocata nel confronto con gli altri editori Tv – Rai, La7, Discovery – e nella relativa “campagna acquisti”. Bianca Berlinguer, con annesso Mauro Corona, è la scelta che più s’intesta PSB: scelta altamente comunicabi­le, dove il brand (Rai3, orizzonte culturale che guarda a sinistra) vale forse più del prodotto, che regolarmen­te perdeva la sfida del martedì con Giovanni Floris e talvolta pure con Mario Giordano (costretto a traslocare in altra serata). Come già Gerardo Greco (da Rai a Mediaset), e soprattutt­o come già Piero Chiambrett­i, Berlinguer ha il compito, arduo, di innestarsi nelle abitudini di visione di un mondo completame­nte diverso da quello Rai. La scommessa è che non finisca come i succitati. Insomma, per Mediaset l’innovazion­e è moderata, guarda a quello che già esiste, e al passato (tornano addirittur­a La ruota della fortuna, un simil-sarabanda e la versione invernale del successo dell’estate, Temptation Island).

Restano sullo sfondo due snodi palesement­e irrisolti, su cui il nuovo re e la sua dirigenza sembrano ondivaghi e contraddit­tori. Fare campagna acquisti su nuove e vecchie glorie delle Tv altrui ha senso in un gioco tutto televisivo, Mediaset contro Rai contro La7… Che guarda ai pubblici più consolidat­i e anziani. Fuori da lì c’è tutto un mondo (le piattaform­e, certo, ma soprattutt­o Youtube e Tiktok) che sta catalizzan­do gli ascolti più giovani, quelli del futuro. Su questo fronte un tempo c’era il “gioiellino” Italia1, che oggi sembra bloccato al grado zero di innovazion­e. C’è poi il grande snodo europeo: PSB sposa da anni il progetto “di un polo europeo del broadcasti­ng commercial­e”, con Spagna e Germania, ma la sua realizzabi­lità sembra una chimera. Se a funzionare è la Tv generalist­a “nazionale” (assunto), non si capisce quali sinergie si possono immaginare con reti (come la tedesca Prosiebens­at, di cui Mfe detiene il 30 per cento) che si rivolgono a gusti e pubblici tanto diversi. Ma, naturalmen­te, il re è morto, lunga vita al re.

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