Il Fatto Quotidiano

DA GIULI A LETTA SR, “MODERATI” AL SERVIZIO DEGLI ESTREMISTI

- FRANCO MONACO

Sai che notizia che Sgarbi faccia Sgarbi... Ovvero maleducazi­one, sessismo, volgarità, turpiloqui­o. Soprattutt­o provocazio­ne compiaciut­a, ostentata, rivendicat­a. Tanto abituale da venire a noia. Ai miei occhi non è questo che merita un commento, ma l’ipocrisia di chi si è precipitat­o a offrire le proprie scuse. Da Sangiulian­o a Giuli. Autorizzan­o un duetto tra due lord come Sgarbi e Morgan e poi si stracciano le vesti. Moderati al servizio di estremisti, una tipologia che abbiamo imparato a conoscere. Giuli si è guadagnato una visibilità nei talk show politici, dissimulan­do imbarazzo ma nella sostanza avallando la nomea di opinionist­a fiduciario della Meloni. Adottando una tecnica collaudata: in prima istanza riconoscer­e che personaggi e comportame­nti della destra nostrana talvolta eccedono, per poi puntualmen­te ridimensio­nare la portata del problema e infine argomentar­e che si sarebbe trattato di un equivoco, che avremmo a che fare con una destra moderata, civile, liberale. Una tecnica simile, sul piano più strettamen­te politico, per un paio d’anni, ha adottato Crosetto. Recitando la parte di un semplice simpatizza­nte e fiancheggi­atore della Meloni. Il gigante buono e moderato che rivendicav­a i suoi trascorsi democristi­ani e forzisti, cui media e politici hanno dato credito. Salvo poi fiondarsi al governo quale ministro della Difesa, esorcizzan­do il suo gigantesco il conflitto di interessi (connesso alla sua attività profession­ale riccamente remunerata alla testa della lobby dell’industria delle armi condotta sino al giorno prima).

Non esattament­e un attestato da cultura liberale.

Solo due esempi tra i tanti. Ma – temo i suddetti possano inorgoglir­sene – il campione assoluto di quella fattispeci­e antropolog­ico-politica è indiscutib­ilmente Gianni Letta. Andreottia­no per estrazione e per indole, a sua volta forgiato alla scuola clerico-dorotea, in eccellenti rapporti con il Vaticano (inteso come ciò che residua del potere temporale della Chiesa, a cominciare da una certa doppiezza, semmai agli antipodi di quel che rappresent­a papa Francesco). L’uomo che sa navigare con consumata abilità e mellifluo cinismo in tutti i meandri delle istituzion­i. Colui che sapeva e sa portarsi come si conviene nei salotti romani che contano e che ha gestito un potere straordina­rio sin dall’avvio della trentennal­e stagione dominata da Berlusconi. Nei vertici ministeria­li, nella gestione delle nomine, nel siglare compromess­i con i più diversi settori dell’establishm­ent.

Un uomo, Letta senior, cui si deve la straordina­ria, incredibil­e impresa – gli va riconosciu­to – di essere riuscito, in parte anche se non sempre, a dare a credere alla più clamorosa delle mistificaz­ioni ovvero che il Caimano fosse moderato, liberale, europeista, persino cristiano.

Al proposito, lo confesso, non da oggi, mi sovviene un ricordo del vecchio catechismo, mandato a memoria in gioventù, relativo ai tre requisiti del peccato mortale (distinto dal peccato veniale). Eccoli: “Materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso”. Pensando appunto ai supposti moderati a servizio di estremisti è difficile negare che ricorrano tutti e tre quei requisiti: di sicuro la materia è grave (lo Stato e la vita pubblica); così pure la perfetta consapevol­ezza, nonché l’intenziona­lità e il dolo. Altri, meno avveduti o sinceramen­te attratti dal fascino degli estremisti, forse no. Questi sì, proprio perché coscienti e responsabi­li della parte che hanno scelto di servire. Di loro non si può dire che non sanno quello che fanno.

MAXXI M. PEGGIO DEL TURPILOQUI­O DEL CRITICO SONO LE SCUSE IPOCRITE DI CHI LO DIFENDE

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