Le “600 colpe di campana” dei campanili di Bologna per non dimenticare i naufraghi
Una campana suonerà 600 volte a morto questa sera a Bologna. Sarà quella della Torre dell’arengo, in piazza Maggiore. Seicento, come i dispersi del tragico naufragio di Pylos, in Grecia. Un’azione artistica, civile e spirituale “per non lasciare in fondo a quel Mar di Nessuno gli ennesimi annegati”, come ricorda Alessandro Bergonzoni, ideatore dell’iniziativa.
Non ci saranno manifestazioni; solo l’opportunità di ricordare in silenzio le centinaia di vite, passioni e progetti che il 14 giugno scorso si sono perse tra le onde di un mare calmo. Erano saliti in più di 700 su quel peschereccio. Venivano da Pakistan, Siria, Afghanistan ed Egitto. Ciascuno aveva pagato migliaia di euro per la traversata verso l’italia, ma il motore li ha abbandonati in acque greche mentre speravano in un aiuto. Invece, come hanno denunciato alcuni dei 104 sopravvissuti, sembra che la Guardia costiera greca abbia avuto un ruolo nella tragedia. Se non altro quello di non intervenire. I rintocchi ricorderanno “la mancanza di responsabilità politica di tutti i Paesi europei, ma soprattutto la mancanza di vergogna, di senso di colpa, di scuse, soccorsi, aiuto e sensibilità”, afferma Bergonzoni. È per questo che l’iniziativa si chiama “600 colpe di campana”. Non si può dimenticare il ruolo dell’europa in questi drammi. Un ruolo storico nel contribuire a mettere in moto i flussi di persone attraverso le politiche coloniali di ieri e neo-coloniali di oggi. Ma anche un ruolo attuale, rispecchiato dall’ostilità della fortezza-europa verso chi cerca un futuro migliore. L’ostilità non ferma le migrazioni, le rende solo più pericolose. Secondo l’organizzazione Internazionale per le Migrazioni, negli ultimi 9 anni sono annegate 25.743 persone nel Mediterraneo. Molti potevano essere salvati. Oggi possono essere solo ricordati, ma spesso non succede neanche questo. Lo dice anche Bergonzoni: “Le stragi vengono sostituite da altra attualità, avvenimenti, cronache e fatti che mettono ancor più in fondo i corpi abissali dei migranti”. La speranza è che a Bologna, come in altre città, i rintocchi di una campana riescano a ridestare dall’apatia chi ha avuto il privilegio di nascere da questo lato del mare.