“Sul Covid Ursula non si tocca Pse e Verdi hanno già ceduto”
Per l’ultimo contratto Pfizer solo informazioni orali a un gruppo ristretto. Il Parlamento ha abdicato
“Sono molto delusa. Ogni critica è stata eliminata, il rapporto della Commissione Covid sembra fatto per le aziende farmaceutiche. Mi batterò nel gruppo dei Verdi per votare contro, ma anche loro hanno paura che criticare la Commissione Ue offra sponde all’estrema destra”, dice Michèle Rivasi, europarlamentare francese di Europe Ecologie/les Verts, dal marzo 2022 vicepresidente della Commissione speciale sul Covid, istituita per analizzare le lezioni della pandemia. Si è battuta per la trasparenza, è andata male. Ursula von der Leyen non è stata neppure chiamata a spiegare gli sms scambiati con il numero uno di Pfizer, Albert Bourla. E il quasi monopolio assicurato al colosso Usa e alla tedesca Biontech con il contratto negoziato in segreto nel maggio 2021, che prevedeva fino a 1,8 miliardi di dosi. Decine di milioni di fiale da 20 euro l’una sono poi scadute e lo scorso maggio è stata pattuita la riduzione e la diluizione delle consegne fino al 2026, ma le dosi annullate costeranno comunque circa 10 euro ciascuna. Rivasi è fra i 13 deputati che hanno votato contro il rapporto finale della Commissione Covid, approvato con 23 voti: l’aula si esprimerà il 12 luglio.
Po l i t i c o ha rivelato che Pierre Delsaux, direttore di Hera che è la nuova struttura Ue per le emergenze sanitarie, il 30 maggio ha informato un ristretto numero di deputati dell’ultimo accordo, obbli
gandoli a lasciare fuori il cellulare, senza dare carte e facendo firmare e un impegno alla riservatezza. Lei non è stata invitata. Tutto come prima?
Mi sarei aspettata che mi informassero, invece l’ho saputo dai giornalisti. La Commissione Ue aveva accettato di far vedere i contratti a tutti i membri della Commissione Covid, ma Roberta Metsola, presidente del Parlamento, ha limitato l’accesso al gruppo ristretto. Informazione solo orale, niente cellulari. Anche i Verdi hanno accettato, tenendo fuori chi conosce la materia. Non sappiamo nemmeno se Pfizer sia obbligata a fornire vaccini aggiornati.
Il Parlamento potrebbe imporsi, ma non lo fa.
Il Parlamento ha rinunciato a svolgere il suo ruolo, il rapporto è deludente. La trasparenza è condizionata, si rinuncia alla cessione dei brevetti e anzi si dice che la proprietà intellettuale favorisce l’innovazione, ci si rallegra del certificato Covid (noi lo chiamiamo Green pass, ndr) quando invece è servito soprattutto a limitare i diritti fondamentali. Mai vista una simile opacità, con la complicità del Parlamento che dovrebbe controllare l’esecutivo.
Però il rapporto raccomanda, per il futuro, la creazione di una infrastruttura pubblica europea per la ricerca sui farmaci. Non è positivo?
Bisognerà vedere se ci sarà un controllo democratico, non vorrei che fosse un altro modo per finanziare i privati. Con i precontratti, la Commissione aveva dato soldi pubblici per la ricerca alle imprese, compresa Sanofi che inizialmente non ha prodotto il vaccino. Hanno reso conto a qualcuno?
I contratti, probabilmente, non prevedevano rendiconti. Qui però si dice “infrastruttura pubblica”.
L’europa non ha mai avuto stabilimenti pubblici, chi lo gestirà? Sono favorevole purché sia obbligatorio rendere conto delle risorse e impegnarle direttamente nella ricerca anziché acquisire start up come hanno fatto Pfizer e Biontech. Secondo il rapporto, lo stabilimento pubblico dovrebbe evitare la penuria di farmaci, ma anche l’ema aveva questo incarico e oggi se ne occupa Hera. Le competenze si sovrappongono e manca un registro dei farmaci essenziali, il che penalizza i pazienti. Sono molto delusa dal rapporto. I socialisti, che erano per la trasparenza, hanno accettato il compromesso.