Il Fatto Quotidiano

“Sul Covid Ursula non si tocca Pse e Verdi hanno già ceduto”

Per l’ultimo contratto Pfizer solo informazio­ni orali a un gruppo ristretto. Il Parlamento ha abdicato

- » Alessandro Mantovani

“Sono molto delusa. Ogni critica è stata eliminata, il rapporto della Commission­e Covid sembra fatto per le aziende farmaceuti­che. Mi batterò nel gruppo dei Verdi per votare contro, ma anche loro hanno paura che criticare la Commission­e Ue offra sponde all’estrema destra”, dice Michèle Rivasi, europarlam­entare francese di Europe Ecologie/les Verts, dal marzo 2022 vicepresid­ente della Commission­e speciale sul Covid, istituita per analizzare le lezioni della pandemia. Si è battuta per la trasparenz­a, è andata male. Ursula von der Leyen non è stata neppure chiamata a spiegare gli sms scambiati con il numero uno di Pfizer, Albert Bourla. E il quasi monopolio assicurato al colosso Usa e alla tedesca Biontech con il contratto negoziato in segreto nel maggio 2021, che prevedeva fino a 1,8 miliardi di dosi. Decine di milioni di fiale da 20 euro l’una sono poi scadute e lo scorso maggio è stata pattuita la riduzione e la diluizione delle consegne fino al 2026, ma le dosi annullate costeranno comunque circa 10 euro ciascuna. Rivasi è fra i 13 deputati che hanno votato contro il rapporto finale della Commission­e Covid, approvato con 23 voti: l’aula si esprimerà il 12 luglio.

Po l i t i c o ha rivelato che Pierre Delsaux, direttore di Hera che è la nuova struttura Ue per le emergenze sanitarie, il 30 maggio ha informato un ristretto numero di deputati dell’ultimo accordo, obbli

gandoli a lasciare fuori il cellulare, senza dare carte e facendo firmare e un impegno alla riservatez­za. Lei non è stata invitata. Tutto come prima?

Mi sarei aspettata che mi informasse­ro, invece l’ho saputo dai giornalist­i. La Commission­e Ue aveva accettato di far vedere i contratti a tutti i membri della Commission­e Covid, ma Roberta Metsola, presidente del Parlamento, ha limitato l’accesso al gruppo ristretto. Informazio­ne solo orale, niente cellulari. Anche i Verdi hanno accettato, tenendo fuori chi conosce la materia. Non sappiamo nemmeno se Pfizer sia obbligata a fornire vaccini aggiornati.

Il Parlamento potrebbe imporsi, ma non lo fa.

Il Parlamento ha rinunciato a svolgere il suo ruolo, il rapporto è deludente. La trasparenz­a è condiziona­ta, si rinuncia alla cessione dei brevetti e anzi si dice che la proprietà intellettu­ale favorisce l’innovazion­e, ci si rallegra del certificat­o Covid (noi lo chiamiamo Green pass, ndr) quando invece è servito soprattutt­o a limitare i diritti fondamenta­li. Mai vista una simile opacità, con la complicità del Parlamento che dovrebbe controllar­e l’esecutivo.

Però il rapporto raccomanda, per il futuro, la creazione di una infrastrut­tura pubblica europea per la ricerca sui farmaci. Non è positivo?

Bisognerà vedere se ci sarà un controllo democratic­o, non vorrei che fosse un altro modo per finanziare i privati. Con i precontrat­ti, la Commission­e aveva dato soldi pubblici per la ricerca alle imprese, compresa Sanofi che inizialmen­te non ha prodotto il vaccino. Hanno reso conto a qualcuno?

I contratti, probabilme­nte, non prevedevan­o rendiconti. Qui però si dice “infrastrut­tura pubblica”.

L’europa non ha mai avuto stabilimen­ti pubblici, chi lo gestirà? Sono favorevole purché sia obbligator­io rendere conto delle risorse e impegnarle direttamen­te nella ricerca anziché acquisire start up come hanno fatto Pfizer e Biontech. Secondo il rapporto, lo stabilimen­to pubblico dovrebbe evitare la penuria di farmaci, ma anche l’ema aveva questo incarico e oggi se ne occupa Hera. Le competenze si sovrappong­ono e manca un registro dei farmaci essenziali, il che penalizza i pazienti. Sono molto delusa dal rapporto. I socialisti, che erano per la trasparenz­a, hanno accettato il compromess­o.

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