Il Fatto Quotidiano

Spadolini, tutto Agnelli e Dolce vita: ma guai a fotografar­gli il culo

Un politico mondano, ma colto e cortese

- » Umberto Pizzi

Altro che Gianni De Michelis con la sua guida sulle 250 migliori discoteche italiane, il vero politico mondano è stato Giovanni Spadolini. Non riuscivo mai a capire se fossi io a seguire lui o il contrario, dato che a ogni evento me lo trovavo davanti. Dalla premiazion­e dello Strega fino alle prime dei grandi film, lo vedevo sempre in prima fila, circondato ovviamente da strafichi, quelli che all’epoca chiamavamo “radical chic”: artisti, imprendito­ri, giornalist­i e politici con vestiti e frac elegantiss­imi, gente a cui piaceva lo champagne, mica le bollicine. Una compagnia di uomini e donne che oggi è pure difficile immaginars­ela, abituati come siamo al cafonal. Al contrario, Spadolini è stato uno dei capostipit­i della dolce vita.

Era amico intimo di Susanna Agnelli, a vederli insieme era difficile dire se sembrasser­o fratelli o sorelle. Nella loro tenuta di Villar Perosa lui era considerat­o uno di casa, ma mica solo lì. Anche se frequentav­a quasi esclusivam­ente la meglio gente, Spadolini era una persona cortese e alla mano, un uomo di grande cultura e ironia. Io però lo trovavo un personaggi­o atipico per via, insomma, dei suoi modi di fare un po’ omosessual­i. O almeno quella era la vox populi, rafforzata dal fatto che raramente lo trovavi insieme a qualche donna che non fosse una sua nota amica.

Con noi fotografi era disponibil­e, nonostante non fosse proprio un compagnone. L’unico problema con lui l’ho avuto a Venezia, durante la festa per il restauro di Palazzo Grassi voluto dagli Agnelli. All’epoca Spadolini era ministro della Difesa, e insieme a un amico lo aspettavam­o fuori dall’hotel dove sapevamo avrebbe alloggiato. Al suo arrivo, però, mi lanciò uno sguardo abbastanza seccato: potevamo fare quello che volevamo, diceva, a patto di non fotografar­gli il culo. Era rimasto un po’ traumatizz­ato da una vignetta di Forattini, che l’aveva ritratto da dietro con un culone che faceva provincia. “Nessun problema”, gli risposi, anche se forse era solo un modo di scherzare d’altri tempi.

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