Insidie & povertà di un campionato “breve” ma sfasato
Icalendari sono tracce ambigue. Soprattutto nel girone di ritorno, che scopiazzando gli inglesi abbiamo slegato dalle cadenze liturgiche dell’andata, quando il rischio di gerarchie traballanti e ribelli rampanti potrà rendere minacciosa una partita di routine. E di routine un impegno sulla carta ispido. Senza trascurare i chiodi della primavera europea.
Si parte il 19-20 agosto, si chiude il 26 maggio. Dopodiché, Europei. Peccato che dai turni inaugurali abbiano soppresso la trappola, per le grandi, di affrontarsi tra loro. In Premier se ne fregano. Caccia al Napoli campione. Luciano Spalletti si è chiamato fuori. Largo a Rudi Garcia, l’ex “violinista” della Lupa. Decollo a Frosinone, nella tana di una neo-promossa. Orfano di Sandro Tonali (ma gli 80 milioni del Newcastle non sono una mancia), il Milan va a Bologna. L’inter di Davide Frattesi, ex Sassuolo, fresco di firma, riceve il Monza del post Berlusconi. Monza che la scorsa stagione, a San Siro, le brindò in faccia al pronostico. Lazio a Lecce, Roma in casa con la Salernitana, Atalanta ospite del Sassuolo e Juve a Udine. Dove ha sotterrato l’ultima, sciagurata, odissea; e dove Giuntoli, il nuovo Cristiano, sigillò aritmeticamente il titolo del suo Napoli.
Inter-fiorentina, Napoli-lazio e Roma-milan, alla terza, sono i primi colpi di cannone. Proprio il Diavolo, con 5 tapponi in 10 frazioni, dovrà far squadra in fretta: Roma a parte, il derby già alla 4ª, quindi Lazio, Juve e Napoli. Lazio-roma va in onda il 12 novembre, Juve e Inter si sfideranno alla 13ª, il 26 novembre, mentre Juventus-napoli è in programma alla 15ª, il 10 dicembre. Di dicembre, si giocherà anche il 23 e il 30. Per poi riprendere il 7 gennaio. Niente Qatar, niente sieste. Avanti tutti. Per forza. Col mercato (stop il 1° settembre) a violentare agenda e griglie.