Il Fatto Quotidiano

Insidie & povertà di un campionato “breve” ma sfasato

- ROBERTO BECCANTINI

Icalendari sono tracce ambigue. Soprattutt­o nel girone di ritorno, che scopiazzan­do gli inglesi abbiamo slegato dalle cadenze liturgiche dell’andata, quando il rischio di gerarchie traballant­i e ribelli rampanti potrà rendere minacciosa una partita di routine. E di routine un impegno sulla carta ispido. Senza trascurare i chiodi della primavera europea.

Si parte il 19-20 agosto, si chiude il 26 maggio. Dopodiché, Europei. Peccato che dai turni inaugurali abbiano soppresso la trappola, per le grandi, di affrontars­i tra loro. In Premier se ne fregano. Caccia al Napoli campione. Luciano Spalletti si è chiamato fuori. Largo a Rudi Garcia, l’ex “violinista” della Lupa. Decollo a Frosinone, nella tana di una neo-promossa. Orfano di Sandro Tonali (ma gli 80 milioni del Newcastle non sono una mancia), il Milan va a Bologna. L’inter di Davide Frattesi, ex Sassuolo, fresco di firma, riceve il Monza del post Berlusconi. Monza che la scorsa stagione, a San Siro, le brindò in faccia al pronostico. Lazio a Lecce, Roma in casa con la Salernitan­a, Atalanta ospite del Sassuolo e Juve a Udine. Dove ha sotterrato l’ultima, sciagurata, odissea; e dove Giuntoli, il nuovo Cristiano, sigillò aritmetica­mente il titolo del suo Napoli.

Inter-fiorentina, Napoli-lazio e Roma-milan, alla terza, sono i primi colpi di cannone. Proprio il Diavolo, con 5 tapponi in 10 frazioni, dovrà far squadra in fretta: Roma a parte, il derby già alla 4ª, quindi Lazio, Juve e Napoli. Lazio-roma va in onda il 12 novembre, Juve e Inter si sfideranno alla 13ª, il 26 novembre, mentre Juventus-napoli è in programma alla 15ª, il 10 dicembre. Di dicembre, si giocherà anche il 23 e il 30. Per poi riprendere il 7 gennaio. Niente Qatar, niente sieste. Avanti tutti. Per forza. Col mercato (stop il 1° settembre) a violentare agenda e griglie.

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