“Passò a Wikileaks file top secret Usa”: 40 anni di carcere
Julian Assange rischia 175 anni di carcere negli Stati Uniti lista di ottenere la libertà. E un endorsement in tempo utile da parte Capitale d’italia (come avvenne a dicembre 2022 con Patrick Zaki), con tanto di cerimonia di conferimento alla presenza del primo cittadino, avrebbe potuto rappresentare un atto politico importante.
Difficile ormai, anche di fronte a un ripensamento, che questo possa avvenire. Come detto, la bozza di delibera porta la firma di diversi esponenti di maggioranza, tra cui la capogruppo del Pd, Valeria Baglio, e di quello dei Verdi, Ferdinando Bonessio. Nell’ultima conferenza dei capigruppo – l’organismo che decide quali delibere sottoporre all’aula e in che ordine – entrambi si sarebbero però opposti alla calendarizzazione del provvedimento, in favore di “urgenze” come “programmazione delle attività sulle dipendenze”, due nuovi mercati rionali e il riconoscimento di debiti fuori bilancio. Il Fatto, per tutta la giornata di ieri ha provato a contattare, telefonicamente e via sms, sia la capogruppo Baglio sia gli altri consiglieri dem firmatari della
IN COMUNE “IL SINDACO HA DEI DUBBI” L’ENTOURAGE: “ROBERTO? NEUTRALE”
bozza di delibera, senza ricevere alcuna risposta. L’entourage di Gualtieri invece scarica sul Pd: “Il sindaco non c’entra nulla – spiegano fonti vicine al primo cittadino – È un’iniziativa del consiglio comunale”. Ma sulla posizione dell’ex ministro le stesse fonti non si sbilanciano: “Una posizione neutrale”.
D’ALTRONDE,
la questione Assange aveva già creato imbarazzo in alcune città a guida Pd. Imbarazzo che nel 2022 venne fuori con tutta la sua forza Milano, dove i dem bociarono la mozione per la cittadinanza onoraria presentata da Europa Verde. In quell’occasione il consigliere Daniele Nahum affermò che “esiste il diritto di uno Stato a secretare i documenti sensibili che non vuole diffondere”. La cittadinanza onoraria a Julian Assange è stata invece già concessa da altre varie città, tra cui Bari, Napoli e Reggio Emilia. La Capitale può ancora accodarsi a queste, ma probabilmente, se e quando questo accadrà, non servirà più a nulla.
Èstata la più grande fuga di documenti segreti nella storia della Cia, come ha riconosciuto l’agenzia stessa. Oltre ottomila file pubblicati da Wikileaks, nel 2017, con il nome di Vault 7, hanno permesso di scoprire e rivelare per la prima volta l’arsenale di cyber armi di una superpotenza, ovvero i programmi software che la Cia usava per penetrare computer, telefoni, televisioni smart e dispositivi elettronici per rubare informazioni. Software malevolo (malware), virus, trojan. Quelle rivelazioni mandarono su tutte le furie l’agenzia, tanto che, secondo le dichiarazioni di testimoni protetti e quanto emerso da un’inchiesta giornalistica di Yahoo News, basata sulle ricostruzioni di oltre trenta ex funzionari del governo statunitense, la Cia – allora guidata dal trumpiano Mike Pompeo – aveva pianificato di ammazzare Julian Assange e altri giornalisti di Wikileaks che avevano accesso ai file. Ora il pugno di ferro s’è abbattuto sulla presunta fonte che avrebbe inviato quei documenti a Wikileaks.
Questa settimana Joshua Schulte, ingegnere elettronico americano di 35 anni, che lavorava per l’unità di élite della
Cia che produceva quelle cyber armi, è stato condannato dal giudice
Jesse M. Furman a 40 anni di galera, dopo che
Schulte ne ha già passati sei in carcerazione preventiva, sotto il regime di detenzione più estremo degli Stati Uniti: il SAM, ovvero Special Administrative Measures.
Schulte, che nega di essere la fonte di Wikileaks, è stato riconosciuto colpevole anche di aver conservato nei suoi computer immagini pedopornografiche, che sarebbero state rinvenute dalle autorità Usa nel corso delle indagini.
Di lui si sa che è un grande talento del computer, cresciuto in una famiglia della middle class americana, laureato in ingegneria elettronica e, secondo un copione che si ripete nella saga dei talenti che ruotano intorno a Julian Assange e Wikileaks, affetto da quello che è, in tutta probabilità, un disturbo dello spettro autistico, comune tra matematici, scienziati, artisti, da Mozart a Steve Jobs.
Arrestato nel 2017, è rimasto incarcerato per gli ultimi cinque anni e mezzo sotto il regime SAM: chiuso in isolamento totale in una scatola di cemento della grandezza di un posto in un parcheggio di auto, con la finestra sull’esterno volutamente ostruita, un fruscio noto come white noise, che gli impedisce di percepire qualsiasi suono fuori della sua cella, luci brillanti accese 24 ore su 24, temperature estreme d’inverno e d'estate. Al processo ha dichiarato che gli sono stati concessi trenta minuti di telefonate al mese con la famiglia, gli è capitato di dover urinare e defecare sul pavimento e di esser stato lasciato lì tra i liquami per 9 ore.
Chi scrive ha pubblicato i documenti segreti di Vault 7 in partnership con Wikileaks. Un’indagine interna della Cia ha rivelato che l’agenzia si accorse della perdita dei file solo “quando Wikileaks li annunciò pubblicamente nel marzo del 2017. Se i dati fossero stati rubati a vantaggio di una potenza avversaria e non fossero stati pubblicati, noi avremmo potuto essere ancora inconsapevoli di averli persi”. L’opinione pubblica non aveva il diritto di sapere che l’arsenale delle cyber armi di una superpotenza era gestito in modo così preoccupante?
“VAULT 7” LA FUORIUSCITA DI OLTRE 8MILA DOCUMENTI CIA SU ARMI CYBER