Cecchettin: la lista Pd è più vicina
Massimiliano Romeo, giovedì in Aula si diceva sicuro che i tempi sarebbero stati lunghi. La situazione, infatti, si è incartata, nonostante l’accordo sbandierato la settimana scorsa. Perché? Facciamo un passo indietro.
DOVE SIAMO RIMASTI
UN PASSO AVANTI E UNO INDIETRO
Sono tre gli articoli della Costituzione su cui intervengono le riforme a trazione Meloni: il 59 sulla nomina dei senatori a vita, l’88 sul potere del Capo dello Stato di sciogliere le Camere, il 92 sulla nomina del premier e il 94 sulla mozione di fiducia e sfiducia al governo. La maggioranza era arrivata la settimana scorsa a un accordo su un nuovo testo, attraverso 4 emendamenti presentati in commissione. Tre sono correttivi. Il premio di maggioranza del 55% al presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini non verrebbe inserito in Costituzione – come previsto in un primo momento – in modo da lasciare discrezionalità alla legge elettorale; si restituisce formalmente al Colle il potere di nomina e revoca dei ministri; si inserisce un tetto di due mandati per lo stesso premier. I problemi sono nel quarto, ovvero quello che introduce il meccanismo attenuato del cosiddetto “simul stabunt simul cadent”. Il potere di scioserciti glimento torna al premier, ma solo in parte. Il nuovo testo introduce delle variabili. “In caso di revoca della fiducia al presi
UNA MADRE, Daniela Di Maggio, in lista con Fratelli d’italia, un padre, Gino Cecchettin (forse) in lista con il Pd. In mezzo c’è, da una parte, il palco di Sanremo, da un’altra un libro in arrivo.
Dopo essere andata all’ariston a parlare della morte di suo figlio, Giogiò Cutolo, il giovane musicista napoletano ucciso per strada, in seguito a una lite per un parcheggio, la Di Maggio si è detta disponibile a candidarsi alle Europee, per portare avanti le ragioni del Sud (e quelle dei minori). Della corsa di Cecchettin, viceversa, si parla da novembre. Da quando, dopo il femminicidio di Giulia, lui si è trasformato in una sorta di figura simbolo, con una serie di discorsi pubblici (tra i quali del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”, è scritto nel quello al funerale di sua figlia), interviste e pure comparsate televisive. Nell’ondata emotiva che ha accompagnato i fatti, è diventato una sorta di emblema non solo della tragedia, ma pure della possibilità di superarla, della speranza in un cambiamento sociale. Con un attivismo continuo che a molti è sembrato eccessivo e che gli ha attirato anche odio e critiche. In nuce, è già un personaggio politico. all’epoca aveva annunciato un suo “impegno civico”. Smentendo, però, l’idea di una candidatura. Ora le Europee si avvicinano e le voci ricominciano, sempre più insistenti. Il 5 marzo, per Rizzoli, esce il suo libro, scritto con Marco Franzoso, Cara Giulia. Quello che ho imparato da te. Scritto in forma di lettera alla 22enne, in realtà il libro è però esplicitamente rivolto pure ad altri genitori e alle istituzioni. Insomma, una traccia politica è più che evidente. Non solo. Cecchettin si è rivolto anche ai servizi di un’agenzia londinese di marketing per autori e attori, la Andrew Nurnberg. Tutte scelte nella direzione di un impegno pubblico che intende portare avanti.
Per lui, si parla di un posto in lista nel Nord Est. La stessa circoscrizione dove dovrebbe candidarsi Stefano Bonaccini, che peraltro non ha ancora sciolto la riserva: aveva dato come dead line per farlo, la fine di gennaio. Ma ancora non si esprime: spera ancora che alla fine Giorgia Meloni si decida a togliere il veto al terzo mandato per i Presidenti di Regione, che resterebbe la sua priorità. E chi lo sa che alla fine la candidatura di Cecchettin non finirebbe per danneggiare proprio Bonaccini, nella scelta delle preferenze da parte degli elettori. Perché la corsa sarebbe sostenuta non solo dalle ragioni contro la violenza sulle donne, ma anche dal fatto che ormai è una sorta di icona.
•
WA.MA.