3° mandato, Salvini sfida Meloni. Lollo: “Ma così perdiamo”
Si ritroveranno oggi alle 17 a Cagliari e dovranno parlarne per evitare la spaccatura in commissione Affari costituzionali al Senato. Giorgia Meloni, che avrebbe voluto chiudere la campagna elettorale in Sardegna da sola per sostenere Paolo Truzzu, oggi si vedrà la festa rovinata dal suo vicepremier Matteo Salvini che sul palco porterà con sé una grana parlamentare per il governo: l’emendamento leghista al decreto Elezioni che introduce il terzo mandato per i presidenti di Regione.
Di buon mattino Salvini prova a smorzare i toni facendo pensare al ritiro dell’emendamento: “Non divideremo il centrodestra”. Ma nella riunione di maggioranza dell’ora di pranzo al Senato, la Lega decide di non fare il passo indietro chiesto a più riprese da Meloni: nessun ritiro. Così l’emendamento dovrebbe essere votato con una conta in commissione che potrebbe avere strascichi notevoli sulla maggioranza di governo. L’unica buona notizia per Meloni è che, con l’espediente dei pareri del Tesoro ancora assenti, il voto sull’emendamento potrebbe slittare alla prossima settimana, dopo le Regionali in Sardegna. Ma le posizioni sembrano cristallizzate: la premier chiede a Salvini di ritirare la norma, lui per il momento non vuole. Il motivo è semplice: Salvini tiene sul tavolo l’emendamento per ottenere qualcosa sul resto delle città, il sindaco di Cagliari e un proprio uomo in Basilicata.
CHE CI SIA tensione nel governo lo dimostra anche la riunione alla Camera tra i responsabili Enti locali sulle Amministrative. Prima di entrare nell’ufficio al primo piano di Giovanni Donzelli, il ministro delle Autonomie leghista Roberto Calderoli si ferma alla buvette con il forzista Piergiorgio Cortellazzo: “Per me se uno è bravo si deve ricandidare –- dice Calderoli riferendosi a Luca Zaia – anche sulla Basilicata Fratelli d'italia ci tratta come se avesse il 40%”. Il leghista si riferisce a un altro dossier spinoso: in Basilicata Forza Italia rivendica la ricandidatura di Vito Bardi, la Lega la vorrebbe per sé mentre FDI è disponibile al massimo a concedere un civico.
NELLA RIUNIONE alla Camera non se ne parla, né del terzo mandato né della Basilicata. La panoramica è sulle città da Nord a Sud: Bergamo, Firenze, Perugia, Bari, Lecce. Non c’è accordo su tutto.
Donzelli: “A questo giro dividersi è una cazzata, si vince solo se si sta insieme al primo turno”. Gli fa eco il ministro Francesco Lollobrigida: “Se costringi l’opposizione a mettersi insieme, loro lo fanno e se ci dividiamo rischiamo di perdere...”.
Tutto rinviato alla prossima settimana, ma alla fine della riunione Lollobrigida dice la sua sul terzo mandato. Abbraccia la statua di Di Vittorio (“i comunisti avrebbero dovuto ascoltare Emilio Sereni”), scherza con Gasparri sulla Lazio in Champions, ma poi avvisa Salvini: “Figuriamoci se possiamo dividerci sul terzo mandato, comunque presidenti al secondo mandato in scadenza non ce ne sono...”. Come dire: rinviamo la discussione a dopo le Europee.
Intanto però resta la Sardegna dove i tre leader della destra si troveranno oggi per chiudere la campagna elettorale. Meloni vuole “metterci la faccia” temendo una sconfitta personale, mentre Salvini sarà in Sardegna fino a venerdì: “Meloni starà un’ora – dice il vicesegretario della Lega Andrea Crippa – Salvini tutti i giorni: ci hanno imposto il candidato e le stiamo facendo la campagna elettorale”.
REGIONALI CALDEROLI: CI TRATTANO MALE, NON HANNO IL 40%