BOMBE& AIUTI: ISRAELE ACCUSA (SENZA PROVE)
Onu, Francia e Usa chiedono risposte sui morti intorno al camion Ma dagli ospedali ai bimbi bruciati il 7 ottobre, l’idf non risponde
Il massacro va fermato prima che Gaza diventi la Somalia. La morte di dozzine di civili palestinesi giovedì, mentre venivano distribuiti cibo e aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, richiede un’indagine approfondita e indipendente per determinare se siano stati uccisi dalle forze di difesa israeliane, come sostengono i palestinesi, o calpestati, morti mentre correvano verso i camion degli aiuti, come sostiene il portavoce dell’idf.
Il direttore dell’ospedale Al-awda di Gaza City, dove sono stati curati alcuni dei feriti della strage racconta che oltre l’80% delle persone arrivate nella sua clinica è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco. Parlando con “Associated Press” il dottor Mohammed Salha, direttore dell’ospedale, ha dichiarato che nella struttura sono stati portati 176 feriti e 172 di questi avevano ferite d’arma da fuoco, mentre altri 34 hanno ferite dovute alla calca. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, sono 112 i palestinesi rimasti uccisi e oltre 750 quelli rimasti feriti nella strage del pane.
IL MASSACRO DEL PANE COSA SAPPIAMO
Ancora prima che i dettagli di ciò che è accaduto vengano chiariti, queste morti inutili evidenziano l’anarchia creata dall’occupazione di Gaza da parte di Israele, in assenza di qualsiasi autorità civile che possa provvedere ai bisogni dei residenti e consentire loro di tornare alle loro case, città e villaggi distrutti. Privare quasi due milioni di persone di acqua potabile, di medicinali, di un riparo, di cibo caldo, rappresenta un crimine di guerra. Non ci fa nulla Hamas con il latte in polvere eppure da settimane non ne entra una confezione. Non ci fa nulla Hamas con il foraggio per gli animali. Eppure 150 camion della Fao carichi di foraggio per gli animali sopravvissuti nelle fattorie di Gaza, sono fermi da otto settimane al valico di Rafah in attesa di un permesso e il fieno sta marcendo. Non passano nemmeno i medicinali. Ieri su
X una dottoressa di Medici senza frontiere raccontava di aver eseguito 80 amputazioni di arti a dei bambini senza anestesia. Un orrore umano che non può continuare. Il rifiuto del primo ministro Benjamin Netanyahu di delineare qualsiasi piano pratico per la gestione di Gaza, a parte le vuote dichiarazioni sulla ricerca e la formazione di “attori locali con esperienza di gestione”, insieme alle difficoltà di fornire aiuti alla popolazione assediata, sono di cattivo auspicio e porteranno solo a ulteriori tragedie. Paracadutare gli aiuti come sperimentato nei giorni scorsi da Giordania, Emirati Arabi Uniti e Egitto oltre che una sconfitta diplomatica non è una soluzione. I lanci sono imprecisi e una volta a terra i pallets sono difficili da sballare e ancor più difficile distribuire i pacchi alimentari prima che la folla spinta dalla fame e dalla sete uscendo dalle macerie dia l’assalto ai rifornimenti. È la legge della giungla sulle sponde del Mediterraneo. Qualcuno potrebbe pensare che questo è il frutto di una “mente raffinatissima”,
parte di una strategia per dimostrare il caos nella Striscia e quindi la presenza dell’esercito israeliano che la occupa. Sì: è la disumanizzazione del nemico. “Il diritto internazionale non ammette doppi standard, ci vuole subito un’indagine internazionale”, ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel “sconvolto dalle immagini della strage di civili palestinesi mentre aspettavano disperatamente aiuti umanitari”. Ieri la Commissione europea ha deciso di stanziare a breve 50 milioni di euro per Gaza. Si tratta di un totale di 82 milioni di euro di aiuti da implementare attraverso l’unrwa nel 2024. Sosterrà gli sforzi dell’agenzia per mantenere servizi essenziali e salvavita per i rifugiati palestinesi in tutta la regione, soprattutto dopo la sospensione delle donazione da parte di Usa, Gb e altri dodici Paesi compresa l’italia, per le accuse di Israele di complicità dell’unrwa con Hamas.
NON SOLO CAMION I DOSSIER ANCORA NON CHIUSI
A un mese da quelle accuse contro 12 dei 30 mila dipendenti dell’agenzia, l’onu è ancora in attesa dei documenti di intelligence israeliani che confermerebbero le denunce. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito credibili le accuse e ha promesso un’indagine approfondita, oltre a licenziare un certo numero di membri dello staff. A più di quattro settimane dall’inizio delle indagini, gli investigatori dell’onu stanno ora programmando un viaggio in Israele per ottenere informazioni dalle autorità locali. Finora sono stati analizzati numerosi altri documenti, anche provenienti da altri Paesi. I colleghi di Cnn, New York Times e
Guardian che hanno visionato il dossier lo hanno definito “modesto”: non hanno trovato la “pistola fumante” a carico di personale Onu.
Quella contro l’unrwa è “solo” una delle gravi accuse lanciate da Israele un po’ a chiunque, è parte di una campagna di disinformazione – che in ebraico si chiama hasbara –volta a giustificare l’ingiustificabile, occupare la narrazione, ribaltare le accuse per le morti civili che crescono ogni giorno. In ottobre Netanyahu disse al telefono al presidente Biden che in uno dei kibbutz assaltati da Hamas “dozzine di bambini sono stati legati e poi gli hanno dato fuoco”. Fatto mai accaduto. E mai dimostrato. Poi in novembre ci furono le accuse ai fotografi dei media Usa di essere parete di Hamas, colpevoli di esser svegli all’alba e aver ripreso l’attacco del 7 ottobre. Sempre in ottobre, l’ospedale Al-alhi di Gaza che ha ucciso oltre 400 persone, secondo l’idf era stato colpito dal malfunziomento di un razzo di Hamas. Così come l’ospedale di Al-shifa era stato bombardato perché nascondeva miliziani: mai dimostrato. A fine anno Israele ha iniziato poi ad accusare la comunità internazionale di rimanere in silenzio su una diffusa campagna di stupri e violenze contro le donne ebree orchestrata da Hamas, come i Serbi in Bosnia negli Anni Novanta. Ad oggi, non è stata presentata pubblicamente alcuna prova credibile che tale campagna abbia avuto luogo, e Hamas ha negato con veemenza che i suoi combattenti abbiano commesso atti di stupro o violenza sessuale. Non c’è dubbio che durante gli attacchi guidati da Hamas il 7 ottobre siano state commessi atrocità e crimini di guerra diffusi.