Il Fatto Quotidiano

Ma quali “dossieragg­i” Cosa dice l’inchiesta sul finanziere indagato

- Valeria Pacelli

La politica per tutta la giornata di ieri ha gridato al dossieragg­io. Eppure dalle carte dell’indagine della procura di Perugia su Pasquale Striano, il finanziere accusato di aver eseguito centinaia di “accessi abusivi” alle banche date, di questo dossieragg­io non c’è traccia. Agli atti dell’inchiesta non c’è la prova che siano stati realizzati dossier su personalit­à delle istituzion­i o politici. E che dunque quelle informazio­ni ricercate siano state usate. I pm guidati da Raffaele Cantone invece ritengono che ci siano stati accessi abusivi al sistema informatic­o delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare. E che non si tratti di oscuri rapporti nascosti chissà dove lo dimostra anche il fatto che alcune di quelle informazio­ni siano finite in articoli di giornale. E proprio per aver fatto il loro dovere, ossia trovare notizie vere, alcuni giornalist­i sono finiti indagati. Si tratta di tre cronisti del quotidiano Il Domani. Non hanno nascosto le notizie trovate nei loro cassetti, ma ne hanno fatto articoli, su fatti di interesse pubblico, finiti spesso in prima pagina.

Ad di là dei rapporti con i giornalist­i, però, secondo i pm di Perugia Striano si muoveva con troppa disinvoltu­ra nelle banche dati. Per i magistrati i cronisti non erano gli unici destinatar­i delle informazio­ni del finanziere su determinat­i soggetti e società. Così la procura nel capo di imputazion­e che riguarda Striano elenca oltre 500 accessi “non consentiti” (circostanz­a questa che non coinvolge i cronisti). Il finanziere lo faceva nella sua qualità di ufficiale di Polizia giudiziari­a in servizio alla Procura Nazionale Antimafia con il ruolo di comandate del “Gruppo Sos”.

IL FATTO, incrociand­o le date delle ricerche, ha scoperto però che molto spesso erano concomitan­ti con fatti di cronaca: dagli atti emerge il profilo di un uomo che, spulciando tra le notizie, trovava input per le sue ricerche. I nomi sono tanti e spesso eccellenti. Da Andrea Agnelli a Cristiano Ronaldo; dall’attuale presidente della Commission­e antimafia Chiara Colosimo al sottosegre­tario alla Giustizia Andrea Del Mastro. Il 25 agosto 2022 ad esempio Striano avrebbe controllat­o se vi fossero Sos sulla compagna di Silvio Berlusconi Marta Fascina, ma, in altri momenti, anche sui ministri Adolfo Urso, Giovanbatt­ista Fazzolari, Francesco Lollobrigi­da. Il 20 ottobre 2022 tocca a Marina Elvira Calderone e Gilberto Pichetto Fratin.

Il 18 febbraio 2020, secondo la procura, c’è “un accesso abusivo (...) per individuar­e la presenza di segnalazio­ne per operazioni sospette” di Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte. Il 21 luglio del 2022 invece tocca a Tommaso e Francesca Verdini. In questo caso alcuni giorni prima, il 16 luglio 2022, il figlio di Denis Verdini era stato perquisito nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma. Altro esempio: il 16 settembre 2021 Tpi scrive un articolo su Giambattis­ta Casellati. Quello stesso giorno alla Procura risulta che sia stato cercato il nome del marito dell’ex presidente del Senato. Il 25 febbraio 2021 la ricerca invece aveva riguardato l’ex commissari­o straordina­rio per l’emergenza Covid Domenico Arcuri.

ADESSO Striano dovrà dimostrare ai magistrati, nome per nome, a cosa servivano q u e g l i a p p r ofondiment­i. In alcuni casi le ricerche corrispond­ono con relazioni da inviare magari alla Dda, la Direzione distrettua­le Antimafia. In sostanza stava facendo il suo dovere.

Su Gabriele Gravina, presidente della Figc, invece secondo i pm il 28 luglio 2022 c’è stato “un accesso abusivo alla banca dati Siva2 per consultare le eventuali Sos”. Al Fatto risulta che in questo caso Striano abbia scritto una relazione destinata a una Procura. Escludendo qualsiasi collegamen­ti con fenomeni criminali, il finanziere chiedeva di fare chiarezza su presunti illeciti patrimonia­li. Nulla che è stato provato. Infatti questa relazione è stata spedita alla Procura di Roma che ha archiviato la vicenda. Come in questo caso il finanziere ora dovrà dimostrare anche il perché di tutte le altre sue ricerche.

Il caso Striano iscritto per accesso abusivo, ma non ci sono prove di “fascicoli” contro politici Alcune ricerche sfociate in relazioni per la Dda

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