Per un pugno di voti: Regioni contese
Di Todde si assottiglia. Destra pronta al riconteggio”.
“IL DISTACCO
si vincono o si perdono per un pugno di voti è la vera novità politica segnalata da Roberto D’agostino a “Otto e Mezzo” di venerdì scorso. E a proposito dell’abruzzo, dove si vota il 19 marzo, il creatore di Dagospia ha citato gli ultimissimi sondaggi che vedono il centrodestra della giunta uscente Marsilio quasi raggiunto dal centrosinistra allargato dello sfidante D’amico (avanti di un soffio a Chieti e Pescara, con un testa a testa a L’aquila): “Tanto che basterebbe un voto per farli saltare”. Un apparente paradosso visto che con la crescita dell’astensionismo e con la progressiva diminuzione dell’affluenza ai seggi, nelle elezioni regionali la polarizzazione destra-sinistra non lascia scampo a terzi incomodi o centrini che dir si voglia (in Sardegna ne ha dovuto prendere atto Carlo Calenda, ridotto alla quasi irrilevanza).
Perciò, senza farla tanto lunga, se la torta elettorale restringe perfino l’esito dello scrutinio in poche decine di sezioni, anche periferiche, potrebbe risultare decisivo. Come in Sardegna dove il distacco Todde-truzzu che il 25 febbraio era di 2.500 voti sarebbe nel frattempo sceso a 800, e forse anche a 650 voti, dopo lo scrutinio delle 22 sezioni rimaste in coda. Come
ha scritto sul nostro giornale Mauro Lissia: “A pesare sul dato finale sarebbero state le sezioni rimaste in sospeso nel nord dell’isola, quattro a Sassari e due in Gallura, dove Truzzu avrebbe vinto nettamente, più la gran parte delle schede contestate e nulle che sarebbero state riassegnate a suo favore”. La situazione è tale che la destra potrebbe perfino chiedere un clamoroso “riconteggio”.
Intanto, occorre pensare all’abruzzo e se davvero i due schieramenti fossero separati da percentuali di poco superiori all’uno per cento, cosa aspettano i leader di Pd, 5 Stelle, Verdi, Sinistra, Azione, Italia Viva a precipitarsi sulle strade della Regione per andare casa per casa, anche nei borghi più isolati? Invece di perdere tempo con le irritanti passerelle o di pavoneggiarsi sul palco (esibizioni controproducenti a giudicare dalla sfilata di Cagliari orchestrata da Giorgia Meloni), non sarebbe il caso di convincere i tanti ex elettori disillusi (percentuali notevoli soprattutto tra i più anziani) a uscire di casa, domenica, con la scheda in tasca, per il bene della causa? Cari leader avete presente i film Luce degli anni Cinquanta con le immagini delle suorine che accompagnano ai seggi gli infermi in barella? Come pensate che vincesse la Dc?