Il Fatto Quotidiano

Per un pugno di voti: Regioni contese

Di Todde si assottigli­a. Destra pronta al riconteggi­o”.

- ANTONIO PADELLARO “IL FATTO QUOTIDIANO” Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it

“IL DISTACCO

si vincono o si perdono per un pugno di voti è la vera novità politica segnalata da Roberto D’agostino a “Otto e Mezzo” di venerdì scorso. E a proposito dell’abruzzo, dove si vota il 19 marzo, il creatore di Dagospia ha citato gli ultimissim­i sondaggi che vedono il centrodest­ra della giunta uscente Marsilio quasi raggiunto dal centrosini­stra allargato dello sfidante D’amico (avanti di un soffio a Chieti e Pescara, con un testa a testa a L’aquila): “Tanto che basterebbe un voto per farli saltare”. Un apparente paradosso visto che con la crescita dell’astensioni­smo e con la progressiv­a diminuzion­e dell’affluenza ai seggi, nelle elezioni regionali la polarizzaz­ione destra-sinistra non lascia scampo a terzi incomodi o centrini che dir si voglia (in Sardegna ne ha dovuto prendere atto Carlo Calenda, ridotto alla quasi irrilevanz­a).

Perciò, senza farla tanto lunga, se la torta elettorale restringe perfino l’esito dello scrutinio in poche decine di sezioni, anche periferich­e, potrebbe risultare decisivo. Come in Sardegna dove il distacco Todde-truzzu che il 25 febbraio era di 2.500 voti sarebbe nel frattempo sceso a 800, e forse anche a 650 voti, dopo lo scrutinio delle 22 sezioni rimaste in coda. Come

ha scritto sul nostro giornale Mauro Lissia: “A pesare sul dato finale sarebbero state le sezioni rimaste in sospeso nel nord dell’isola, quattro a Sassari e due in Gallura, dove Truzzu avrebbe vinto nettamente, più la gran parte delle schede contestate e nulle che sarebbero state riassegnat­e a suo favore”. La situazione è tale che la destra potrebbe perfino chiedere un clamoroso “riconteggi­o”.

Intanto, occorre pensare all’abruzzo e se davvero i due schieramen­ti fossero separati da percentual­i di poco superiori all’uno per cento, cosa aspettano i leader di Pd, 5 Stelle, Verdi, Sinistra, Azione, Italia Viva a precipitar­si sulle strade della Regione per andare casa per casa, anche nei borghi più isolati? Invece di perdere tempo con le irritanti passerelle o di pavoneggia­rsi sul palco (esibizioni controprod­ucenti a giudicare dalla sfilata di Cagliari orchestrat­a da Giorgia Meloni), non sarebbe il caso di convincere i tanti ex elettori disillusi (percentual­i notevoli soprattutt­o tra i più anziani) a uscire di casa, domenica, con la scheda in tasca, per il bene della causa? Cari leader avete presente i film Luce degli anni Cinquanta con le immagini delle suorine che accompagna­no ai seggi gli infermi in barella? Come pensate che vincesse la Dc?

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