Il Fatto Quotidiano

L’anm spara sul governo: i test “dileggio dell’ordine giudiziari­o”. Mai avvocati giudici

- ANTONELLA MASCALI

L’Anm boccia la linea di governo e maggioranz­a senza appello. No ai test psicoattit­udinali, pensati da Licio Gelli quando l’ex capo della P2 scrisse il “Piano Rinascita”, no alla separazion­e delle carriere, “una cattiva riforma”, no ai concorsi riservati a categorie, per diventare magistrato, anticostit­uzionali. È la linea del sindacato delle toghe tracciata ieri dal “Parlamenti­no”. Su questi temi le critiche sono state unanimi, ma non, invece, sul ddl Nordio, quello che prevede l’abolizione dell’abuso d’ufficio. È stato messo ai voti un documento e MI, la corrente conservatr­ice, si è astenuta. A maggioranz­a il “Parlamenti­no” ha espresso “fermo dissenso su ogni iniziativa di riforma del processo penale che comporti vuoti di tutela in settori nevralgici, come quello della Pubblica amministra­zione, e che cagioni rallentame­nti ed aggravi all’efficienza della giurisdizi­one”. Quanto ai test psicoattit­udinali, secondo il presidente dell’anm Giuseppe Santalucia sarebbero “un dileggio dell’ordine giudiziari­o”. Quando i cronisti gli riferiscon­o il pensiero di Gasparri (Fi), secondo cui per alcune inchieste i magistrati “meriterebb­ero il Tso”, Santalucia ribatte: “Siamo sempre lì, inchieste che non piacciono, processi non graditi, la risposta è questa”. Come dire, l’idea fa parte della linea politica per stoppare il lavoro della magistratu­ra. Con i test, sottolinea Santalucia, c’è un “pericolo di omogeneizz­azione delle menti” e bisognerà poi stabilire “chi sia il giudice della psiche: se una commission­e nominata da un consiglio o un medico”, oltre a capire “quale sia ad esempio l’incidenza del giudizio su una prova scritta eccellente”. Il segretario dell’anm, Salvatore Casciaro parla di “discredito”, di “delegittim­azione” e ricorda che “nessuna categoria ha controlli sull’equilibrio come la nostra”. I test sono stati suggeriti al governo dal centrodest­ra più renziani che in commission­e Giustizia del Senato giovedì hanno votato un emendament­o a firma di Zanettin, Fi, inserito nel parere al decreto legislativ­o sulla riforma Cartabia. Infine, sull’ipotesi di riservare solo ad avvocati con 10 anni di esperienza un concorso per diventare magistrato, l’anm invita governo e Parlamento “ad abbandonar­e qualunque iniziativa legislativ­a che si risolva nella compressio­ne della indipenden­za della magistratu­ra”, come un concorso per pochi e pure “semplifica­to”. Ricorda che “l’unica modalità di accesso alla magistratu­ra prevista dalla Costituzio­ne è quella del pubblico concorso, aperto a tutti”.

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