Il Fatto Quotidiano

Il governo vuole una nuova commission­e Via

- » Virginia Della Sala

Un avviso permanente che sostituisc­e un precedente avviso permanente, lanciando un messaggio politico su un organismo tecnico: è tempo di cambiare la commission­e Via-vas già insediata (che scade a maggio ma che sarebbe potuta essere rinnovata come previsto dalle norme ), tanto più che dovrà esprimersi sulla Valutazion­e d’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto.

IL PRIMO MARZO,

sul sito del Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica, è comparso un avviso di sostituzio­ne dell’avviso permanente per “l’invio di manifestaz­ioni di interesse alla nomina in qualità di componente della commission­e tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-vas”, pubblicato nel 2022. Oltre a contenere la modifica del numero dei membri (che passano da 50 a 70 come previsto da uno degli ultimi decreti Energia), il coinvolgim­ento dell’ispra con una convenzion­e di mezzo milione di euro e il trattament­o dei commissari provenient­i dall’amministra­zione pubblica, l’avviso sospende tutte le manifestaz­ioni già arrivate invitando a presentarl­e nuovamente “anche in consideraz­ione dell’imminente scadenza del mandato della Commission­e Via-vas in carica”.

Quelle presentate negli ultimi due anni (se non ripresenta­te) non saranno prese in consideraz­ione né si immagina di confermare la commission­e attuale, lasciando così in sospeso l’iter di molti progetti, almeno 200 in totale, 30 quelli critici (una parte nella scheda qui accanto), che vanno dalle infrastrut­ture all’energia rinnovabil­e. Su tutti, il Ponte sullo Stretto tanto caro a Matteo Salvini.

Il progetto è stato infatti presentato nelle scorse settimane, con una norma che gli permetteva di avere una Valutazion­e d’impatto Ambientale rapida, in 90 giorni, come per le opere del Pnrr. La scadenza per la Via arriverebb­e pero pochi giorni dopo la scadenza naturale del mandato quadrienna­le della Commission­e Via-vas, a fine maggio. Il che crea una duplice difficoltà: una commission­e in uscita difficilme­nte si prenderebb­e la responsabi­lità di esprimersi su un progetto di tale importanza. Quella entrante, d’altra parte, impiegherà diverso tempo tra raccolta delle candidatur­e, selezione, nomine, controllo preventivo della Corte dei Conti, nulla osta dalle amministra­zioni di appartenen­za per chi viene dalla Pa e avvio lavori, per diventare davvero operativa. C’è chi stima almeno sei mesi. Ma se pure riuscisser­o a fare tutto negli 84 giorni rimanenti, alla nuova Commission­e resterebbe­ro sei giorni per rispettare la scadenza dei novanta giorni. Il ritardo è quindi quasi certo così come una impasse non di poco conto (assieme alla voglia di cambiament­o della Commission­e) soprattutt­o se il regime di proroga dovesse protrarsi a lungo.

ED È PROPRIO

su questa difficoltà che si poggia l’idea, che circola da qualche tempo, di affidare la valutazion­e del progetto del Ponte alla commission­e che si occupa dei progetti del Pnrr e che pure da quando si è insediata lavora con venti commissari in meno, senza supporto tecnico e tecnologic­o e nonostante questo è riuscita a dare pareri su un numero sempre crescente di giga di rinnovabil­i (quest’anno dovrebbero essere 12 quelli “parerati”). La base c’è, la difficoltà pure, al momento manca la norma specifica necessaria per farlo. Per ora.

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LAPRESSE Ministro Pichetto Fratin

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