Il Fatto Quotidiano

Strage, Putin accusa Kiev Zelensky: “Scaricabar­ile”

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Sono oltre 140 le vittime dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca. Altri 107 feriti sono ricoverati in ospedale, tre di loro sono minorenni, uno in condizioni critiche e gli altri due gravi. Il giorno dopo l’assalto terroristi­co alla sala concerti, i morti non sono già più solo numeri: sul sito il ministro delle Situazioni di emergenza russo ieri ha dato un nome alle prime 29 vittime identifica­te dell’attacco. “Sanguinoso e barbaro”, lo definisce il presidente Vladimir Putin nel suo discorso tv alla nazione post-strage. “Hanno agito come i nazisti”, accusa, ma “verranno puniti”.

La strage viene rivendicat­a dallo Stato islamico per la seconda volta con tanto di foto dei quattro presunti assalitori e che rientrereb­be nel contesto della “guerra furiosa” tra lo stesso gruppo jihadista e i nemici dell’islam. Ma Mosca nell’arrestare undici uomini tutti di cittadinan­za straniera, secondo il ministero degli Interni, spiega che secondo i dati preliminar­i, “era stata preparata per loro una ‘finestra’ dal lato ucraino per attraversa­re il confine”, nelle parole di Putin. In serata risponde Volodymyr Zelensky, che a sua volta accusa Putin di voler “scaricare la colpa” dell’attentato al Crocus City Hall sull’ucraina. “Per quello che è successo ieri a

Mosca – scrive su Telegram – ovviamente sia Putin che il resto della feccia stanno cercando di incolpare qualcun altro, hanno sempre gli stessi metodi. È già successo”. Sui social arrivavano le testimonia­nze dei superstiti. Orrore, caos, confusione, suoni, rumori e angoscia sono i protagonis­ti di chi si è salvato addirittur­a fingendosi morto. Spari inizialmen­te scambiati per petardi, spiega Sofiko Kvirikashv­ili che poi si rende conto che la realtà è un’altra quando “tutti nella sala iniziano a scappare in tutte le direzioni”.

NON MENO

drammatica la testimonia­nza di Evgenia, figlia del noto cosmonauta Valery Ryumin. “Eravamo all’ingresso e ho visto tre terroristi”. Poi sono iniziati gli spari ed è stato un fuggi-fuggi. In quei momenti concitati Evgenia ha raccontato di avere perso passaporto, patente e borsa, motivo per cui è stata inizialmen­te inserita tra le vittime. La giovane ha poi detto di avere provato a chiamare la linea di emergenza ma che era sempre occupata, sottolinea­ndo però di non avere avuto bisogno di aiuto. Al Guardian una donna con la figlia di undici anni che era in un bar vicino all’ingresso ha raccontato il momento in cui ha sentito i rumori e qualcuno ha gridato di sdraiarsi sul pavimento. Oltre ai bambini nella sala c’erano anche molti anziani, tutti coinvolti nell'attacco: “Gli aggressori erano lì all’uscita. Ci siamo alzati e abbiamo iniziato a camminare. Ci hanno visto. Alcuni di loro sono tornati indietro e hanno iniziato a sparare alle persone. Sono caduta a terra e ho fatto finta di essere morta – ha scritto su Instagram una donna, stando alla Cnn –. La ragazza accanto a me è stata uccisa. Poi le fiamme sono divampate e hanno chiuso la porta. Ero stesa e respiravo sotto la porta. Dopo un po’ sono strisciata fuori, mi sono guardata intorno, c'era fumo ovunque e ho strisciato verso l’uscita”.

“Io so solo che è una tragedia immane: non solo per noi, ma penso per tutti nel mondo, perché chiunque potrebbe trovarsi in questa situazione”, dice una ragazza fuori dal Crocus dove i moscoviti hanno de

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150 morti e 107 feriti Corpi portati via dal Crocus. A destra, il video dell’isis ANSA/LAPRESSE

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