Il Fatto Quotidiano

Meloni chiede le carte alla ministra FDI la scarica: verso il mini-rimpasto

- » Nicola Borzi, Thomas Mackinson e Davide Milosa » Giacomo Salvini

“Se rinviata a giudizio valuterò le dimissioni”. Prende tempo Daniela Santanchè, ma dopo l’indagine per truffa aggravata all’inps sui contributi Covid, la ministra del Turismo rischia un’imputazion­e per falso in bilancio per la gestione dei disastrati conti di Visibilia Editore, indagine nata prima di quella che l’altroieri ha portato alla notifica di chiusura indagini per lei e per il suo compagno Dimitri Kunz D’asburgo, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’avviso porta con sé i canonici 20 giorni nei quali la difesa studia le carte, deposita memorie e valuta di far sentire l’indagato. Una “finestra” che colloca la richiesta di processo proprio a cavallo degli ultimi giorni di campagna elettorale; mentre la decisione del

Gup dovrebbe cadere nel secondo semestre dell’anno, dunque dopo il fatico a p p u n t amento dell’8 e 9 giugno.

In ogni caso, il governo e Fratelli d’italia si avvicinano alle elezioni europee con il ministro zavorrato da pendenze giudiziari­e sempre più pesanti, tra richieste di procedure fallimenta­ri che viaggiano spedite e ombre che si spingono fin sotto i cipressi della Versilia. Nel calderone Visibilia rientra anche la vicenda della famosa plusvalenz­a per Villa Alberoni, quella comprata e venduta a gennaio 2023 dal compagno Kunz e dalla moglie di La Russa Laura Cicco, realizzand­o oltre mezzo milione nel giro di un’ora: la novità è che il fascicolo prima contro ignoti e senza reato è stato rubricato ora in riciclaggi­o, con l’ipotesi che quella plusvalenz­a potesse servire proprio a coprire le perdite di Visibilia.

L’INDAGINE

madre resta dunque quella sulla quotata con in pancia le riviste di gossip Novella 2000 e Visto più altre profession­ali su cui la Procura lavora da un anno e mezzo. Fondata da Santanchè nel 2016 e da lei controllat­a e amministra­ta fino al 2022, la società è finita nel mirino degli azionisti di minoranza capitanati da Giuseppe Zeno che danno battaglia fin dal 2019, molto prima dell’indagine sugli aiuti Covid da cui dirama.

I dubbi sullo stato dei conti e i tentativi di ripianare i bilanci in rosso, usando tra l’altro i soldi della gemella Visibilia Concession­aria Srl, porteranno all’istanza di liquidazio­ne il 24 ottobre 2022 e alle prime informativ­e dell’inchiesta per “false comunicazi­oni sociali” almeno a partire

Giorgia Meloni e Daniela Santanchè si sono sentite venerdì sera dopo la notizia dell’indagine per truffa nei confronti della ministra. La premier non solo ha dettato la linea alla titolare del Turismo spiegata in un comunicato (“Se sarò rinviata a giudizio, valuterò la mia posizione”) ma le ha anche chiesto di vedere le carte dell’inchiesta. Il prima possibile. Meloni d’altronde ha sempre ribadito di non voler prendere una decisione in base a quello che legge sui giornali, per cui ha chiesto a Santanchè di farle vedere gli atti giudiziari che la riguardano. Le due potrebbero già vedersi la prossima settimana.

DOPO QUESTO

passaggio, la premier si farà un’idea precisa della situazione giudiziari­a della sua ministra, anche se una decisione l’ ha già presa: in caso di rinvio a giudizio con l’accusa di truffa, Santanchè sarà costretta a dimettersi. Una situazione peggiorata ieri dopo la nuova inchiesta – anche se ancora senza indagati – per riciclaggi­o sulla villa in Versilia di Francesco Alberoni (potete leggere sopra). Anche se in questo caso è coinvolta anche la famiglia La Russa che non può essere detronizza­to: quindi Santanchè potrebbe essere sacrificat­a anche per proteggere il presidente del Senato.

Non è escluso, quindi, che si possa arrivare a un’accelerazi­one per la sostituzio­ne della ministra anche prima delle elezioni europee: ieri a Palazzo Chigi l’impression­e era che sviluppi giudiziari possano arrivare in tempi più rapidi del previsto. L’ipotesi non è quella di un rimpasto di governo ma di un “cambio chirurgico” nella compagine ministeria­le: Santanchè sarebbe sostituita da un esponente di Fratelli d’italia.

Non è un caso che ieri in Ore 11, il mattinale diffuso da Palazzo Chigi, veniva solo citato il comunicato della ministra sulle possibili dimissioni in caso di rinvio a giudizio. La linea però l’ha data il ministro dell’agricoltur­a e capo delegazion­e di Fratelli d’italia al governo Francesco Lollobrigi­da arrivando al congresso romano del partito: “In caso di rinvio a giudizio, la ministra ne prenderebb­e atto e trarrebbe le conseguenz­e – ha spiegato ai cronisti – Questo è un fatto che quando avverrà darà un indirizzo più chiaro e anche la possibilit­à per la collega di assumere le sue posizioni”. Una situazione, quella di Santanchè, che imbarazza tutto il partito. I dirigenti di primo piano ieri al congresso romano preferivan­o non parlarne. Il vicepresid­ente della Camera Fabio Rampelli spiegava di aver “solo letto le notizie sui giornali”, mentre il responsabi­le organizzaz­ione del partito Giovanni Donzelli spiegava: “Ha parlato Lollobrigi­da, la linea è la sua”. Il presidente della Commission­e Cultura Federico Mollicone invece preferiva glissare: “Oggi (ieri, ndr) mi occupo solo di congresso”. Insomma, nessuno nel partito ha scelto di difendere la ministra del Turismo, diversamen­te da quello che invece era accaduto con il sottosegre­tario alla Giustizia Andrea Delmastro, imputato per rivelazion­e di segreto per aver comunicato a Donzelli informazio­ni riservate su Alfredo Cospito.

I DUE CASI,

Daniela Santanchè con il compagno Dimitri Kunz

PENDENZE SEMPRE IN PIEDI QUELLE SU BIOERA E KI GROUP

si sottolinea ai vertici di FDI, sono molto diversi: nel primo l’inchiesta nasce da un parlamenta­re dell’opposizion­e, nel secondo dalla denuncia di una dipendente. Inoltre, l’indagine che colpisce la ministra del Turismo va a colpire nel vivo un tema importante per FDI come il rispetto dei diritti dei lavoratori: l’accusa è quella di aver fatto lavorare una dipendente di Visibilia anche se in cassa di integrazio­ne durante il Covid.

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FOTO LAPRESSE
La signora del turismo FOTO LAPRESSE

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