Meloni chiede le carte alla ministra FDI la scarica: verso il mini-rimpasto
“Se rinviata a giudizio valuterò le dimissioni”. Prende tempo Daniela Santanchè, ma dopo l’indagine per truffa aggravata all’inps sui contributi Covid, la ministra del Turismo rischia un’imputazione per falso in bilancio per la gestione dei disastrati conti di Visibilia Editore, indagine nata prima di quella che l’altroieri ha portato alla notifica di chiusura indagini per lei e per il suo compagno Dimitri Kunz D’asburgo, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’avviso porta con sé i canonici 20 giorni nei quali la difesa studia le carte, deposita memorie e valuta di far sentire l’indagato. Una “finestra” che colloca la richiesta di processo proprio a cavallo degli ultimi giorni di campagna elettorale; mentre la decisione del
Gup dovrebbe cadere nel secondo semestre dell’anno, dunque dopo il fatico a p p u n t amento dell’8 e 9 giugno.
In ogni caso, il governo e Fratelli d’italia si avvicinano alle elezioni europee con il ministro zavorrato da pendenze giudiziarie sempre più pesanti, tra richieste di procedure fallimentari che viaggiano spedite e ombre che si spingono fin sotto i cipressi della Versilia. Nel calderone Visibilia rientra anche la vicenda della famosa plusvalenza per Villa Alberoni, quella comprata e venduta a gennaio 2023 dal compagno Kunz e dalla moglie di La Russa Laura Cicco, realizzando oltre mezzo milione nel giro di un’ora: la novità è che il fascicolo prima contro ignoti e senza reato è stato rubricato ora in riciclaggio, con l’ipotesi che quella plusvalenza potesse servire proprio a coprire le perdite di Visibilia.
L’INDAGINE
madre resta dunque quella sulla quotata con in pancia le riviste di gossip Novella 2000 e Visto più altre professionali su cui la Procura lavora da un anno e mezzo. Fondata da Santanchè nel 2016 e da lei controllata e amministrata fino al 2022, la società è finita nel mirino degli azionisti di minoranza capitanati da Giuseppe Zeno che danno battaglia fin dal 2019, molto prima dell’indagine sugli aiuti Covid da cui dirama.
I dubbi sullo stato dei conti e i tentativi di ripianare i bilanci in rosso, usando tra l’altro i soldi della gemella Visibilia Concessionaria Srl, porteranno all’istanza di liquidazione il 24 ottobre 2022 e alle prime informative dell’inchiesta per “false comunicazioni sociali” almeno a partire
Giorgia Meloni e Daniela Santanchè si sono sentite venerdì sera dopo la notizia dell’indagine per truffa nei confronti della ministra. La premier non solo ha dettato la linea alla titolare del Turismo spiegata in un comunicato (“Se sarò rinviata a giudizio, valuterò la mia posizione”) ma le ha anche chiesto di vedere le carte dell’inchiesta. Il prima possibile. Meloni d’altronde ha sempre ribadito di non voler prendere una decisione in base a quello che legge sui giornali, per cui ha chiesto a Santanchè di farle vedere gli atti giudiziari che la riguardano. Le due potrebbero già vedersi la prossima settimana.
DOPO QUESTO
passaggio, la premier si farà un’idea precisa della situazione giudiziaria della sua ministra, anche se una decisione l’ ha già presa: in caso di rinvio a giudizio con l’accusa di truffa, Santanchè sarà costretta a dimettersi. Una situazione peggiorata ieri dopo la nuova inchiesta – anche se ancora senza indagati – per riciclaggio sulla villa in Versilia di Francesco Alberoni (potete leggere sopra). Anche se in questo caso è coinvolta anche la famiglia La Russa che non può essere detronizzato: quindi Santanchè potrebbe essere sacrificata anche per proteggere il presidente del Senato.
Non è escluso, quindi, che si possa arrivare a un’accelerazione per la sostituzione della ministra anche prima delle elezioni europee: ieri a Palazzo Chigi l’impressione era che sviluppi giudiziari possano arrivare in tempi più rapidi del previsto. L’ipotesi non è quella di un rimpasto di governo ma di un “cambio chirurgico” nella compagine ministeriale: Santanchè sarebbe sostituita da un esponente di Fratelli d’italia.
Non è un caso che ieri in Ore 11, il mattinale diffuso da Palazzo Chigi, veniva solo citato il comunicato della ministra sulle possibili dimissioni in caso di rinvio a giudizio. La linea però l’ha data il ministro dell’agricoltura e capo delegazione di Fratelli d’italia al governo Francesco Lollobrigida arrivando al congresso romano del partito: “In caso di rinvio a giudizio, la ministra ne prenderebbe atto e trarrebbe le conseguenze – ha spiegato ai cronisti – Questo è un fatto che quando avverrà darà un indirizzo più chiaro e anche la possibilità per la collega di assumere le sue posizioni”. Una situazione, quella di Santanchè, che imbarazza tutto il partito. I dirigenti di primo piano ieri al congresso romano preferivano non parlarne. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli spiegava di aver “solo letto le notizie sui giornali”, mentre il responsabile organizzazione del partito Giovanni Donzelli spiegava: “Ha parlato Lollobrigida, la linea è la sua”. Il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone invece preferiva glissare: “Oggi (ieri, ndr) mi occupo solo di congresso”. Insomma, nessuno nel partito ha scelto di difendere la ministra del Turismo, diversamente da quello che invece era accaduto con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, imputato per rivelazione di segreto per aver comunicato a Donzelli informazioni riservate su Alfredo Cospito.
I DUE CASI,
Daniela Santanchè con il compagno Dimitri Kunz
PENDENZE SEMPRE IN PIEDI QUELLE SU BIOERA E KI GROUP
si sottolinea ai vertici di FDI, sono molto diversi: nel primo l’inchiesta nasce da un parlamentare dell’opposizione, nel secondo dalla denuncia di una dipendente. Inoltre, l’indagine che colpisce la ministra del Turismo va a colpire nel vivo un tema importante per FDI come il rispetto dei diritti dei lavoratori: l’accusa è quella di aver fatto lavorare una dipendente di Visibilia anche se in cassa di integrazione durante il Covid.