In Cdm il test psicoattitudinale per i magistrati
Come voleva Licio Gelli. Come voleva Silvio Berlusconi, che della P2 del “venerabile maestro” ne fece parte. Il governo Meloni si appresta ad approvare i test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati con un decreto a firma del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che va oltre la delega al decreto attuativo della riforma dell’ordinamento giudiziario dell’ex ministra Marta Cartabia, quella che ha introdotto – per intenderci – le pagelle per i magistrati. E l’anm attacca: “Il ministro della Giustizia ha frustrato ogni aspettativa di rispetto della cornice costituzionale”. Nella bozza del testo, che arriverà al Cdm forse già lunedì, si legge che “con decreto del ministro della Giustizia, previa delibera del Csm, sono nominati esperti qualificati per la verifica della idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie. Le linee di indirizzo e le procedure per lo svolgimento degli accertamenti sono determinati dal Csm, di intesa con il ministro della Giustizia.
La verifica ha luogo con il completamento delle prove orali”. Dunque, test per verificare la salute mentale dei futuri magistrati ma non si sa, dal testo, sulla base di quali criteri. Forme e contenuti saranno stabiliti dal ministro della
Giustizia e dal Csm, quel
Csm che – secondo la riforma che introduce la separazione delle carriere – si sdoppierà e avrà più componenti laici, cioè di nomina politica. Erano state le commissioni Giustizia del Senato, prima e della Camera poi a chiedere al governo di valutare l’introduzione dei test psicoattitudinali con il voto favorevole del centro-destra e dei renziani. Al Senato era stato votato un emendamento del relatore Pierantonio Zanettin (FI), che ha pure allargato il campo del fascicolo del magistrato: non più valutazioni degli atti a campione per ciascuna toga ma di “tutti gli atti redatti”. E anche questo punto, il governo lo vuole fare proprio. La Giunta dell’anm si è riunita d’urgenza, quasi sorpresa da questo atto di Nordio fuori binario costituzionale: “Pensavamo con cauto ottimismo che, impegnato ad attuare una legge delega che non fa menzione dei test non avrebbe percorso la strada dell’evidente eccesso di delega”. Invece, Nordio fa un atto incostituzionale: “Ha demandato a se stesso la disciplina dei test. Stabilirà lui chi meriterà di indossare la toga di magistrato e chi no. E non basta aggiungere che il decreto sarà emanato previa delibera del Csm per nascondere la contrarietà alla Costituzione di questo disegno”. Quanto al merito dei test, l’anm sottolinea che Nordio li ha previsti “senza dire a cosa servano, come si strutturino, quali le conseguenze di un eventuale risultato negativo, quali le figure professionali che li effettueranno e li valuteranno”. Non sono neppure “uno strumento di preselezione per l’ammissione al concorso, ma, del tutto irragionevolmente, una terza prova, che impegnerà quanti avranno superato, anche brillantemente le prove strettamente intese”. Come se non bastasse, si allungano i tempi già dilatati dei concorsi e si complica l’obiettivo di colmare i i buchi di organico. Ma “questa dilatazione – si chiede l’anm – serve forse per rendere del tutto ingovernabile la macchina concorsuale e poter cedere alle suggestioni del reclutamento straordinario?”. Il riferimento è alle ipotesi di concorsi ad hoc per giudici onorari e avvocati.
LA MOSSA SARÀ PROVA D’ESAME. L’ANM VS NORDIO: “GRAVISSIMO”