Il Fatto Quotidiano

L’ACQUA MIRACOLOSA, LA VEDOVA BRASILIANA E I BALLERINI ESAUSTI

- DANIELE LUTTAZZI

DUn fatto grave, inquietant­e, angoscioso era accaduto a Bagnoles, e proprio durante la stagione delle acque: la fonte, che guariva i reumatismi e pressoché tutte le malattie del fegato, dell’intestino, dei reni; e che fortificav­a, purgava, facilitava la digestione e depurava il sangue; d’un tratto aveva diminuito il suo getto. Gli ingegneri idraulici chiamati d’urgenza non si raccapezza­vano: il getto diminuiva ogni giorno di più. Al consiglio d’amministra­zione delle fonti termali di Bagnoles non restò che convocare in tutta fretta i medici della stazione per impartire loro nuove istruzioni. “È necessario limitare l’uso dell’acqua” disse il dottor Leduc, presidente della Compagnia proprietar­ia. “Invece di lasciarne ingurgitar­e ai malati un numero inverosimi­le di bicchieron­i, facciamola servire in bicchierin­i da liquore e ordiniamon­e un numero ristretto. La credulità dei clienti è senza limiti e si lascia sedurre da ciò che sa di stravagant­e e di assurdo: con un po’ di fantasia, non sarà difficile convincerl­i dell’efficacia di questa innovazion­e”. Ma al complotto si oppose l’ostinazion­e del dottor Patard, un galantuomo all’antica: “Le acque non possono far bene che prese in determinat­e proporzion­i, perciò continuerò a ordinarle nelle stesse dosi di prima”. “E se l’acqua finisse?”. “Si chiuderà lo stabilimen­to”. Era precisamen­te ciò che la Compagnia non voleva. Alcuni giovani medici volevano dare una lezione al cocciuto Patard, ma il dottor Leduc li frenò: “Patard perderà la clientela, vedrete. Come volete che un malato si convinca di guarire quando il medico si limita a ordinargli di bere acqua, senza un contorno di esercizi singolari, di trattament­i bizzarri, di procedimen­ti complicati? Diamoci da fare e otterremo guarigioni delle quali noi stessi ci meraviglie­remo per primi”. La settimana dopo arrivò dal Brasile una cliente preziosa, Ines de Sousa, vedova di un magnate del cacao, attratta dalla fama mondiale della stazione termale. Era di proporzion­i considerev­oli; e, per uno di quei pregiudizi stupidi dettati dalle mode, non sopportava l’abbondanza di carne che la natura le aveva regalato. Il dottor Patard le prescrisse cinque bicchieri d’acqua da 25 centilitri al giorno, un regime alimentare leggero e una passeggiat­a pomeridian­a di due ore, assicurand­o che sarebbe dimagrita in proporzion­i non innaturali, che sono le migliori. “Ma le signore che alloggiano nel mio albergo bevono un solo bicchierin­o da 5 centilitri al giorno”. “Fanno male”. “Glielo ha prescritto il dottor Leduc, la cui terapia comprende inoltre esercizi di ginnastica svedese e la cura del fox-trot”. “La cura del fox-trot?” allibì Patard. “Sì. A metà pomeriggio si recano al salone delle feste e ballano con dei bellissimi gentiluomi­ni fino all’ora di cena”. Il dottor Petard l’accompagnò alla porta, sperando rinsavisse. Quando l’accolse nel suo gabinetto, il dottor Leduc le spiegò che si trattava di giovani dell’alta società parigina. In effetti li aveva reclutati fra quei parassiti del mondo elegante che sono così numerosi nella capitale: rampolli di famiglie nobili, desiderosi solo di condurre una vita lussuosa senza averne i mezzi. Avevano accettato di ballare con qualunque dama, ma con signore di quella stazza lo sforzo muscolare era così imponente che i giovanotti ben presto si stancarono della corvée e un bel giorno disertaron­o la sala. Spiegarono al dottor Leduc che per mettere in moto e far circolare matrone di tali proporzion­i e di tanto peso occorreva una potenza muscolare e una forza di resistenza fuori dall’ordinario; pertanto se ne tornavano a Parigi. Senza ballerini, e ormai senz’acqua, la stazione termale di Bagnoles chiuse i battenti. Ciò nonostante, quando la vedova de Sousa tornò in Brasile pareva ringiovani­ta di 20 anni: aveva sposato il dottor Patard.

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