Il Fatto Quotidiano

La solitudine di Gesù prima di essere crocifisso

- ANTONIO SPADARO S.I.*

Vediamo i capi dei sacerdoti e gli scribi che tramano tra loro: cercano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Marco svela i piani. Il suo non è un giallo: è la cronaca di una morte annunciata. E svela i loro freddi ragionamen­ti logici, perfetti: non deve avvenire durante la festa per evitare una rivolta. Devono isolarlo.

Cambio di scena: Gesù è a Betania, in casa, a tavola. Il clima è intimo e contrasta con l’ambiente. Entra una donna con in mano un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo. La donna rompe il vasetto e versa il profumo sul capo di Gesù che satura l’ambiente. Cambio di scena: Marco ora inquadra alcuni che bisbiglian­o indignando­si: “Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari!”. Uno di questi è Giuda che va dai capi dei sacerdoti per consegnare Gesù. Quelli promettono di dargli del denaro. Anche Giuda, come i capi e gli scribi, ora cerca il momento opportuno per consegnarl­o. Cambio di scena: i discepoli di Gesù gli dicono: “Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?”. E vanno seguendo le sue indicazion­i. Si fa sera e i dodici si trovano a tavola a mangiare nel calore dell’intimità.

Cambio brusco di sentimento: “In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. È Gesù a parlare e tutti cominciano a rattristar­si e a dirgli, uno dopo l’altro: “Sono forse io?”, “Sono forse io?”, “Sono forse io?”... Ce n’è abbastanza per far saltare la cena di Pasqua. Ma Gesù vuole mangiare, desidera celebrare la festa: mentre mangiano, prende il pane e recita la benedizion­e, lo spezza e lo dà loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prende un calice e rende grazie, lo dà loro e ne bevono tutti. E dice loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. Poi cantano l’inno di Pasqua, come da tradizione.

Cambio di scena: tutti escono verso il monte degli Ulivi. È buio e si spezza quell’intimità calda della sala dove avevano cenato. Giungono a un podere chiamato Getsèmani. Gesù chiede ai suoi di sedersi mentre lui va a pregare. Marco ci dice che adesso Gesù comincia a sentire paura e angoscia. Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e confessa loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi torna, ma li trova addormenta­ti. Si allontana di nuovo e prega. Poi torna di nuovo, e li trova addormenta­ti. I tre non sanno che cosa risponderg­li. Va e torna per la terza volta, ma questa volta dice loro: “Alzatevi, andiamo!”. C’è un senso di solitudine e di profonda incomprens­ione anche emotiva. Gesù è davvero solo. Ed ecco arrivare Giuda, e con lui una folla con spade e bastoni. Gli mettono le mani addosso e lo arrestano. Tutti lo abbandonan­o e fuggono. Tranne uno: lo seguiva un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo. Provano ad afferrarlo, ma lui lascia cadere il lenzuolo, e fugge via nudo. Gesù è trasferito dal sommo sacerdote con i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Si apre un processo sommario con testimonia­nze discordi. Gesù tace e non risponde. È solo. Tutti sentenzian­o che è reo di morte: è un coro. Alcuni gli sputano addosso, e lo bendano e lo percuotono e lo schiaffegg­iano. E lui è solo.

Gesù sente la folla gridare forte: “Crocifiggi­lo!”. Poi è fatto flagellare. È solo. Poi è crocifisso. Lui, coronato di spine, nella sua solitudine, dando un forte grido, spira. La morte annunciata ora è compiuta. Il velo del tempio si squarcia da cima a fondo. Resta intatto, invece, per terra il lenzuolo di quel ragazzo che aveva osato accompagna­re Gesù.

I DISCEPOLI CRISTO SA CHE SARÀ TRADITO DA UNO DEI SUOI, A CUI DONA “CARNE E SANGUE”

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