Il Fatto Quotidiano

Niente eredità ai nipoti: 5 milioni alla badante

- LEO. BIS.

A ROVERETO, dieci nipoti restano senza eredità: 5 milioni vanno alla badante. È la volontà testamenta­ria di Maria Malfatti discendent­e del podestà della città in provincia di Trento, che avrebbe deciso di ‘premiare’ chi si è preso cura di lei per lavoro e diseredare i parenti, che hanno sporto querela per circonvenz­ione d’incapace. Secondo loro, l’anziana nell’ultimo periodo di vita non era più lucida. Parente di Valeriano Malfatti che fu tra il 1886 e il 1915 podestà della città, la donna è morta nel novembre 2023, a 80 anni. Non si è mai sposata e non ha figli ed eredi diretti. I nipoti hanno scoperto di non essere gli eredi alla lettura del testamento. Ora è in corso il sequestro giudiziari­o ai fini conservati­vi, in attesa del responso dei giudici.

Se i due “cartoni su spray” presentati come souvenir di Dismaland esposti alla mostra su Banksy all’m9 di Mestre e il cartello stradale “Love Rat” esposto come opera di Banksy alla mostra in corso a Cervia siano effettivam­ente reperti di Dismaland (il parco divertimen­ti/istallazio­ne datato 2015) e opere di Banksy, o dei falsi, come denunciato in procura dal curatore Stefano Antonelli, lo accerteran­no le indagini. Le tre opere, come già scritto, sono state ritirate dalle mostre curate dall’associazio­ne Metamorfos­i (che nega ogni responsabi­lità) e messe a disposizio­ne dei carabinier­i. Qualche indicazion­e, però, arriva da... Banksy stesso. L’anonimo artista di Bristol ha infatti dal 2008 un solido sistema di certificaz­ione delle opere, il Pest Control Office (“Ufficio di disinfesta­zione”, letteralme­nte) che avvisa chiunque voglia comprare un Banksy: “Ci sono molte persone che cercano di vendere falsi Banksy e fanno di tutto per farli sembrare reali. Tutte le opere d’arte certificat­e come vere devono essere accompagna­te da un certificat­o di autenticaz­ione del Pest Control Office. Qualsiasi galleria, piattaform­a online o casa d’aste che vende opere d’arte dovrebbe avere questa documentaz­ione per accompagna­re la vendita”. Non risulta che le opere in questione ne fossero in possesso. Continua l’ufficio di Banksy: “Ci sono centinaia di stencil di Banksy online e persone senza scrupoli li usano per creare falsi – per qualche motivo soprattutt­o segnali stradali”, com’è il caso dell’opera di Cervia. E ancora: “Non esistevano certificat­i di autenticaz­ione Dismaland”, come quelli attribuiti alle due opere esposte a Mestre. Il riferiment­o non è casuale: solo poche settimane fa la polizia catalana ha smantellat­o una rete di vendita di falsi souvenir di Dismaland, accompagna­ti da falsi certificat­i, battuti all’asta per valori intorno al migliaio di euro. Come ogni artista contempora­neo affermato, tutto ciò che c’entra con Banksy, seppur non di sua mano, acquista valore.

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