Il Fatto Quotidiano

Inchiesta antimafia Gallo jr. lascia: guai sulle Regionali dem

- » Nicola Borzi • Torino

Lo scandalo dell’inchiesta Echidna della Direzione distrettua­le antimafia di Torino sconvolge il Pd torinese. Raffaele Gallo, capogruppo in consiglio regionale del Partito Democratic­o e figlio di Salvatore “Sasà” Gallo, ras della sinistra torinese prima nel Psi e poi nel Pd, ha deciso di rinunciare alla candidatur­a da capolista alle elezioni regionali dell’8 e 9 giugno. Gallo junior, che non è indagato, è stato travolto dalle accuse al padre 83enne, indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale nell’inchiesta della Dda sugli interessi della ‘ndrangheta per l’autostrada A32 Torino-bardonecch­ia. Un passo indietro che scuote come un sisma i dem torinesi, già divisi nella scelta delle candidatur­e. “Ribadisco di aver sempre cercato di svolgere la mia attività al meglio e per il bene del Piemonte, lavorando sui temi con proposte e idee, studiando e approfonde­ndo, con la massima onestà e trasparenz­a. Oggi però, a tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabi­lità e rispetto verso il Partito Democratic­o, ritiro la mia candidatur­a per le elezioni di giugno. Mi dimetto da presidente del gruppo consiliare lasciando il mandato nelle mani del segretario Mimmo Rossi e del gruppo stesso per identifica­re il nuovo capogruppo in queste ultime settimane di legislatur­a”, ha scritto ieri Raffaele Gallo. “Sottolineo con forza la mia totale estraneità a comportame­nti e fatti anche solo lontanamen­te assimilabi­li a vicinanza alla ‘ndrangheta. In merito al secondo filone di indagine non legato a rapporti con la ‘ndrangheta che coinvolge su alcuni fatti mio padre Salvatore, sono fiducioso che potrà chiarire tutti gli aspetti contestati dagli inquirenti in tempi rapidi”, conclude Gallo.

SALVATORE GALLO,

già manager Sitaf, società del traforo del Frejus e concession­aria dell’a32, ex craxiano e ora fassiniano, secondo le accuse avrebbe usato la sua influenza, con promesse, favori ma anche minacce, per far eleggere tre consiglier­i comunali alle elezioni che il 18 ottobre 2021 innalzaron­o a sindaco Stefano Lo Russo del Pd. Nell’indagine è coinvolto anche Roberto Fantini, ex dirigente della società Sitalfa, controllat­a di Sitaf, accusato di concorso esterno in associazio­ne mafiosa. Dalle 1.422 pagine dell’ordinanza del tribunale di Torino emergono numerose intercetta­zioni tra Salvatore Gallo e suo figlio Raffaele, come pure tra Salvatore Gallo e Massimo Fantini, fratello di Roberto e non indagato, sulle pressioni esercitate da Gallo senior per influenzar­e la formazione della giunta Lo Russo nel tentativo, andato a vuoto, di piazzare un assessore espresso da Ideato, la sua componente che controlla un grosso pacchetto di tessere, si dice sino a un quinto, del Partito Democratic­o torinese.

Le dimissioni di Raffaele Gallo, invece di rasserenar­e il clima, non fanno che rinfocolar­e le tensioni nel Pd piemontese, già diviso in una durissima guerra tra correnti. L’inchiesta Echidna ha aperto una nuova faglia tra la fazione che fa riferiment­o a Stefano Bonaccini, presidente del partito e

Guerra di candidatur­e Il figlio di Salvatore, ras delle tessere indagato, lascia: le correnti Schlein e Bonaccini si azzuffano per il posto da capolista

dell’emilia-romagna, alla quale fa capo Raffaele Gallo, e a quella che si riconosce nella segretaria Elly Schlein. Il segretario regionale del Pd Domenico Rossi, oltre a chiedere alla commission­e di garanzia interna di valutare il comportame­nto di Gallo senior, aveva accennato all’ipotesi di riaprire “alcuni ragionamen­ti” sulla lista. Uscito Gallo junior, per il ruolo di capolista alle regionali i sostenitor­i della mozione Schlein sono pronti a presentare il nome di Nadia Conticelli, presidente regionale del Pd e capogruppo in consiglio comunale. Ma i bonaccinia­ni non ci stanno: fonti autorevoli parlano di una corsa a trovare entro pochi giorni chi possa sostituire Raffaele Gallo. Meglio se donna, come l’assessora alla Cultura del Comune di Moncalieri Laura Pompeo. O un nome esterno al partito: si starebbe guardando alla “società civile”.

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FOTO LAPRESSE Dimissiona­rio Raffaele Gallo, capogruppo Pd al consiglio della regione Piemonte

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