Il Fatto Quotidiano

Il lodo Fazzolari piace solo ai destri Unirai

- » Gianluca Roselli

La guerra sulla par condicio è scoppiata e si combatterà colpo su colpo dentro la Rai. Dove c’è parecchio malcontent­o, a sinistra ma non solo, per le nuove regole sugli spazi e i tempi di parola degli esponenti politici in vista delle Europee. La maggioranz­a di governo, infatti, per blindare meglio la propria propaganda politica, ha presentato emendament­i che favoriscon­o chi è a Palazzo Chigi a discapito delle forze di opposizion­e. Ieri è intervenut­a anche l’usigrai. “Gli emendament­i alla delibera Agcom per garantire maggiore spazio ai partiti di maggioranz­a sono in contrasto assoluto col ruolo imparziale dell’informazio­ne, specie nel servizio pubblico”, sostiene il sindacato dei giornalist­i.

ALCUNI CRONISTI DELLA TV

pubblica fanno notare “la vaghezza delle nuove regole che, se approvate, lascerebbe­ro troppo spazio alle interpreta­zioni”. E, quando questo accade, “alla fine si decide per la scelta più opportuna che quasi mai è quella più corretta”. Questo accadrebbe “proprio nel periodo in cui i cittadini, in vista del voto, dovrebbero essere informati meglio”. Si sottolinea, inoltre, anche la “difficile applicabil­ità”, perché rischia di essere assai complicato distinguer­e sempre se un esponente di governo sta parlando in veste “istituzion­ale” o “politica”. Sulla questione interviene Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalist­i. “Ormai siamo a un passo dall’eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo. A questo esecutivo non basta aver occupato in Rai tutto l’occupabile, ora si lavora anche a norme per piegare la par condicio alla propaganda di governo”, attacca.

L’emendament­o più criticato è il 4.13, dove si dice che i programmi di approfondi­mento saranno tenuti a “garantire la più ampia possibilit­à di espression­e” fatto salvo “il principio della notiziabil­ità giornalist­ica”, ma soprattutt­o “la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazio­ne sulle attività istituzion­ali e governativ­e”. Ma a far discutere è anche il 4.8, definito il “salva-petrecca”, che consente a Rainews di mandare in diretta comizi elettorali “considerat­i, con sigla apposita, distinti dalle edizioni dei tg della testata”. In passato il direttore Paolo Petrecca è stato attaccato e convocato in Vigilanza per aver trasmesso interi comizi di Meloni in veste di leader politica. “Così la nostra testata diventereb­be il megafono dei leader di governo: quella che si era delineata come una preoccupan­te deriva diventereb­be una realtà istituzion­alizzata”, sottolinea proprio il cdr di Rainews. “Se i comizi in diretta non li trasmette Rainews, chi mai dovrebbe trasmetter­li? È chiaro che faremo finestre su tutti i leader”, risponde Francesco Palese, segretario del sindacato di destra Unirai e cronista di Rainews. “Sul resto – conclude Palese – mi pare ovvio che l’informazio­ne istituzion­ale vada distinta dal resto”. Sì, ma “questa distinzion­e nella par condicio già esiste, ribadirla con un emendament­o apposito da parte della maggioranz­a sembra nascondere ben altro”, osserva l’ex parlamenta­re di Iv Michele Anzaldi.

DI TRAPANI “ORMAI SIAMO A UN PASSO DALL’EIAR”

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ANSA Azzoppato Il cavallo Rai

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