Ecco l’incubo moderno da Meloni a Bocchino
Mi pare di scorgere un'italia segnata da una fortunata congiunzione astrale in questa intrigante era socio-politica. Parlo da lontano perché non abito più qui. Meloni al governo non è la balilla della “Destra sociale”, ma una scrupolosa agente delle oligarchie angloamericane. Vediamo se sbaglio. La politica estera del suo governo è sotto gli occhi di tutti. In quella interna invece stravolge esattamente nel segno di JP Morgan le istituzioni rappresentative della Costituzione liberal-democratica in un consiglio di amministrazione aziendale, con il Ceo eletto dagli azionisti “ottimati” (quelli che ancora votano). Le imposte progressive invece Giorgia le sogna sostituite dalle “donazioni”, cioè la “compassione” del cristianesimo premoderno, cosicché gli ospedali vengano finanziati dal buon cuore di Don Rodrigo (quando va bene). Intanto gli addrizza zampe dei cani tipo Boschi sognano permanentemente che al non conformista Travaglio si affianchi sempre un Mauro Mazza. Mentre Bocchino, che ormai porta la frangetta permanente come Marlon Brando-marc'antonio nel Giulio Cesare di Mankiewicz, augura (dalla Gruber) a Giannini un bagno di rieducazione militare come avveniva un tempo ai giovani negli stadi con le maschie statue di marmo (“Ti farebbe bene”) che si concluse con la più grande catastrofe della storia unitaria. Ecco, questo hanno in mente i liberi tribuni della plebe che ci governano, inclusi i nostri pensieri, oggi. Come dire: “C'è un grande passato nel nostro futuro”. Che facciamo? Ci ribelliamo? Boh.