Impatto ambientale, slitta il parere: i cantieri a rischio
Il nodo è rilevante e al momento non depone a favore della corsa di Matteo Salvini e dei vertici della Stretto di Messina Spa a tagliare il nastro del Ponte entro l’estate. C’è infatti l’ostacolo della Valutazione di impatto ambientale. La Commissione Via che deve esprimere uno dei pareri più importanti sull’opera scadrà infatti il 24 maggio, cioè nel mezzo dell’istruttoria partita il 14 marzo. Il ministero delle Infrastrutture avrebbe voluto prorogarla, ma s’è dovuto arrendere anche per la mancanza di un via libera politico degli alleati di governo.
La questione è complessa. L’istruttoria è aperta nella Commissione Via-vas “ordinaria” (non in quella speciale per il Pnrr, entrambe presiedute dal magistrato Massimiliano Atelli). Gli esperti hanno 90 giorni per esprimersi che terminano ben oltre il 24 maggio. Impossibile farlo prima su un’opera del genere, peraltro da dimissionari, quindi – salvo interventi in extremis –la palla passerà alla nuova commissione. Qui i tempi, però, potrebbero allungarsi parecchio. Il
1º marzo il ministero dell’ambiente ha avviato la procedura per ricevere le manifestazioni di interesse per il rinnovo dei componenti, che saliranno da 50 a 70. Non si ha notizia di una lista già chiusa e l’ultima volta c’è voluto molto tempo. Una volta individuati i nomi, poi, andranno scritti i decreti di nomina, verificata per ogni componente l’assenza di pendenze penali, infine serviranno le autorizzazioni dalle amministrazioni di provenienza e il via libera della Corte dei Conti. Solo quest’ultimo passaggio, per dire, richiede un mese ed è quindi probabile che si possa anche scavallare l’estate.
Il lavoro della nuova commissione, peraltro, potrebbe aumentare. Il 13 aprile scade il termine per le osservazioni pubbliche, oggi le associazioni ambientaliste (Wwf, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Invece del Ponte etc.) presenteranno 500 pagine di osservazioni redatte con l’aiuto di 40 esperti. “Il gruppo di lavoro – fa sapere il Wwf – ha già riscontrato che la quasi totalità degli elaborati presentati da Stretto di Messina ed Eurolink (il consorzio costruttore) sono del 2011 e 2012 e quindi come lo Studio di Impatto Ambientale depositato il 14 marzo scorso si riferisca a un presunto progetto definitivo, datato e pieno di lacune e di omissioni”. È anche possibile che la Commissione richieda un’integrazione degli atti, cosa che farebbe ripartire il conto alla rovescia.
Vale la pena di ricordare che il progetto del 2011 fu in sostanza bocciato dalla Commissione Via-vas nel 2013: su 27 prescrizioni, solo 6 risultavano ottemperate, 18 parzialmente ottemperate (tra cui aspetti geo-sismo-tettonici e idrogeologici) e una non ottemperata quanto allo studio di incidenza ambientale (2 non competevano al ministero dell’ambiente). Per le associazioni, l’iter della Via andava quindi rifatto da capo essendo trascorsi 11 anni. Il decreto di marzo 2023 con cui Salvini ha resuscitato l’opera prevede invece un “riavvio”. Una “forzatura”, che potrebbe portare a futuri ricorsi. Se i tempi si allungassero, per “aprire i cantieri in estate” a Salvini non resterebbe che ripetere lo show del governo Berlusconi nel 2009, quando inaugurò il cantiere della variante ferroviaria di Cannitello: 26 milioni per far spazio a un pilone mai costruito.
LA PARTITA COMMISSIONE IN SCADENZA: IL DOSSIER A QUELLA NUOVA