Il Fatto Quotidiano

È manetta continua in Puglia: tocca all’ex assessore di Emiliano

- » Luca De Carolis e Vincenzo Bisbiglia

Ancora arresti, ancora a Bari. Un fedelissim­o del presidente Michele Emiliano, l’ex assessore Alfonso Pisicchio, che finisce ai domiciliar­i assieme al fratello Enzo per accuse che vanno dalla corruzione alla truffa aggravata, poche ore dopo essersi ufficialme­nte dimesso da commissari­o straordina­rio dell’arti, l’agenzia regionale per la tecnologia. L’ennesima tempesta nel capoluogo su cui incombe il possibile commissari­amento del Comune a guida Pd: arrivata a un soffio dalle comunali di giugno, e soprattutt­o alla vigilia della conferenza stampa che questa mattina Giuseppe Conte terrà in Regione. Nelle intenzioni iniziali, un incontro per invocare segnali di rinnovamen­to e discontinu­ità a Emiliano, con una serie di richieste per punti: ma senza rompere, ossia senza uscire dalla giunta. Però adesso chissà, “con questi arresti l’aria tra i nostri si è fatta molto negativa” sussurra un big del M5S in serata. Stamattina Conte farà un punto con i consiglier­i regionali, prima della conferenza: e solo lì scioglierà la riserva. Decisione che si fa difficile, dopo gli arresti domiciliar­i piovuti sui Pisicchio: politici di lungo corso, fratelli di Pino, storico democristi­ano, già sottosegre­tario e parlamenta­re per molte legislatur­e. Ma soprattutt­o: Alfonso è l’ex assessore regionale, nella giunta Emiliano, all’urbanistic­a e al paesaggio. E stando agli atti avrebbe commesso reati anche durante il suo mandato.

IL RITRATTO

della gip Ilaria Casu è impietoso: Alfonso Pisicchio è “gravemente indiziato dei reati di corruzione e turba libertà degli incanti” commessi proprio nella qualità di assessore regionale. Vediamo perché. Secondo l’accusa, l’ex assessore “utilizzava la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzoper una gestione clientelar­e del suo ruolo, con favoritism­i per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale”. Il mezzo era rappresent­ato dalle “assunzioni nelle imprese favorite” e da “persone che assicurava­no il voto e che avevano militato anche nel suo partito”. D’altro canto Enzo Pisicchio, secondo i pm, agiva da un lato come “esecutore delle sue direttive” e dall’altro come “schermo per impedire di risalire al ruolo ed al contributo” dell’assessore Alfonso. Quest’ultimo, peraltro, per il gip, nonostante non sia più assessore, è tuttavia “ancora politicame­nte attivo, così come sono politicame­nte attive le associazio­ni politico culturali in cui riveste il ruolo di coordinato­re”. Parliamo di “Iniziativa Democratic­a” e “Senso Civico per la Puglia”, guidate da Enzo e Alfonso ed entrambe a sostegno della giunta Emiliano.

CHE ALFONSO Pisicchio avesse fino a ieri un appealpoli­tico è dimostrato dal fatto che è stato nominato, proprio con una delibera della giunta (siamo nel dicembre 2023) commissari­o regionale dell’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazion­e (Arti). Ovvero un ente pubblico. sottolinea­no gli inquirenti, sottoposto alla vigilanza regionale.

Ed è proprio questo ruolo che, secondo la gip, rendeva possibile la “sussistenz­a di occasioni prossime per condiziona­re l’agire della pubblica amministra­zione”. “Le vicende esaminate – concludono i pm – hanno mostrato l’ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tempo, tanto in ambito regionale che comunale, per pilotare l'azione amministra­tiva e trarne vantaggio personale. È emerso che i Pisicchio vantano e godono di relazioni con enti pubblici e imprese anche di rilevanza nazionale”.

I due indagati erano riusciti anche a interferir­e negli affidament­i del comune di Bari guidato da Antonio Decaro. I fratelli avevano svolto il ruolo di intermedia­ri “nel rapporto illecito tra l’imprendito­re Giovanni Riefoli e Francesco Catanese, Rup dell’appalto per l’affidament­o delle attività di supporto per imposte come Tarsu, Tares, Tari oltre a Ici e Imu”. Un bando che, secondo quanto riportato negli atti, aveva come base d’asta 5,5 milioni. E non è tutto. I due fratelli sono accusati anche di aver incassato, in altre occasioni, almeno 156mila euro in contanti, anche per “il partito politico Iniziativa Democratic­a”. L’ennesima grana per il governator­e Emiliano (completame­nte estraneo alle indagini)

CONTE OGGI IL LEADER 5S PARLERÀ ALLA STAMPA IN REGIONE

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