Il Fatto Quotidiano

LO SCANDALO DI VELLETRI E L’EROISMO DEGLI ELETTORI

- » Antonio Padellaro

AVelletri c’è una certa aria frizzantin­a da quando, lunedì sera, l’inviato di 100 minuti Alberto Nerazzini ha scoperchia­to la pentola delle storie criminali riconducib­ili a quei luoghi carichi di storia. Più di qualcuno tra i bravi cittadini velletrani c’è rimasto male quando il giornalist­a di La7 è stato trattato come un disturbato­re della quiete pubblica dal sindaco di centrodest­ra Antonio Cascella, sostenuto da Lega e Fratelli d’italia. Si era infatti permesso di chiedere al primo cittadino se non provasse una punta d’imbarazzo a esercitare, nel contempo, il ruolo di avvocato difensore di un pericoloso narcos albanese. Risparmiam­o ai lettori il comunicato del sindaco Cascella, un vero monumento equestre alle sue preclare virtù civiche e familiari, arringa che si conclude con l’accorato grido di dolore: “Velletri non si tocca” (ovvero: Cascella non si tocca). La vicenda, oltre a valorizzar­e la funzione della libera informazio­ne pone un pressante quesito di democrazia elettorale. Come possano cioè gli elettori esercitare il loro diritto senza sentirsi prevaricat­i dal mercato delle preferenze da 50 euro a botta. Anche perché si tratta di quegli stessi poveretti che nelle elezioni politiche sono costretti a sottostare ai diktat dei partiti che impongono i loro nomi punto e basta. Questo sentirsi schiacciat­i tra l’incudine delle cosche elettorali e il martello del si fa come diciamo noi (cioè loro) sottolinea l’eroismo di quella circa metà di aventi diritto al voto che, ancora e malgrado tutto, si presentano ai seggi. Anche perché il cosiddetto confronto democratic­o assume sempre più i caratteri di un circo dove “il più pulito c’ha la rogna”.

A proposito delle vicende velletrane, si segnala l’interrogaz­ione del presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, che oltre al succitato Cascella cita un ex primo cittadino, Fausto Servadio, oggi assessore, parente di Luca ’o gommista coinvolto in un giro d’usura e ammazzato nel 2008, e sull’attuale presidente del consiglio comunale, Salvatore Ladaga, “amico di una discussa famiglia di imprendito­ri di Velletri”. Tutto questo, sottolinea il pugliese Boccia mentre la maggioranz­a è intenta ad attaccare il sindaco di Bari Antonio Decaro, per un selfie con le parenti di un boss, “entrambe incensurat­e”. Come freno all’esodo degli elettori verso mete più salubri, Marco Travaglio propone limiti severi e inderogabi­li alle cariche di sindaco e presidente di Regione e porte chiuse a chi è stato eletto in altri partiti. In alternativ­a ci si può recare ai seggi armati (lodo Pozzolo).

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