Il Fatto Quotidiano

La casa dei sogni è in Cisgiordan­ia

- » Alessia Grossi

• “NON RIESCI a trovare la casa dei tuoi sogni? Centinaia di progetti, migliaia di nuovi appartamen­ti, i Kibbutz e particolar­ità da non perdere”. L'annuncio di Yad2 – principale sito web immobiliar­e di Israele – pare andato a buon fine, dato che alla fiera della casa di Tel Aviv lo scorso fine settimana sono accorse “decine di migliaia di visitatori” che la stessa azienda ringrazia per la partecipaz­ione.

Una fiera che Yad2 – filiale israeliana del colosso delle comunicazi­oni tedesco Axel Springer (editore di Bild, Business insider nonché Politico) – ha messo in piedi raccoglien­do le altre aziende del settore. Obiettivo, racconta l'inchiesta di Intercept, mettere in mostra le società israeliane, comprese quelle che annoverano tra le proprietà in vendita non solo quelle all'interno dei confini internazio­nalmente riconosciu­ti di Israele, ma anche gli insediamen­ti per soli ebrei nei territori in Cisgiordan­ia. Il sito web promotore – nella giornata di ieri irraggiung­ibile – elenca tra le società presenti alla fiera Tanya Israel che pubblicizz­a 32 unità abitative a Efrat (insediamen­to israeliano del Gush Etzion), Ram Aderet, che vende un piano di costruzion­e ad Ariel (altro insediamen­to illegale in Cisgiordan­ia); e Oron che ha in testa l'idea di espandere il progetto di 40 ville a Eshkolot (insediamen­to sulle montagne della Giudea). Ma soprattutt­o salta all'occhio la partecipaz­ione dell'azienda Harey Zahav, assurta alle cronache per due mosse criticate dalla comunità internazio­nale: la prima, aver postato su Instagram la foto di un carro armato con la citazione del Libro del Deuteronom­io “Il tuo Dio te li consegnerà, gettandoli nel panico più totale finché non saranno spazzati via” – che secondo molti alimentava sentimenti di genocidio contro i palestines­i. E l'annuncio successivo dal titolo “Una casa sulla spiaggia non è un sogno” che recitava: “Noi di Harey Zahav stiamo lavorando per preparare il terreno per un ritorno a Gush

Katif” come didascalia a una foto ritoccata di villette trasparent­i sul terreno di Gaza rasa al suolo, in riferiment­o agli insediamen­ti pre-ritiro israeliano del 2005. La società si era poi giustifica­ta sostenendo che si trattasse di uno scherzo, una trovata pubblicita­ria. E anche nel caso della fiera che vende insediamen­ti illegali, Julia Sommerfeld, portavoce di Axel Springer, ha dichiarato al sito di inchiesta che “Yad2 sta organizzan­do una fiera alla quale saranno rappresent­ate più di 40 aziende, comprese tutte le principali società immobiliar­i israeliane. In quanto concorrent­e diretto, il nostro obiettivo non è promuovere il lavoro di altre aziende, ma promuovere lo scambio all'interno del settore”. La verità però è che all'interno del governo Netanyahu, nuovi insediamen­ti in Cisgiordan­ia – trasformat­a in una polveriera – sono caldeggiat­i dal movimento dei coloni del ministro della sicurezza, Bev Gvir. Tanto che anche gli Stati Uniti hanno introdotto sanzioni contro i coloni coinvolti in violenze contro i palestines­i.

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ANSA Abbattimen­to di case palestines­i

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