Il repulisti di Schlein in Puglia: però i dem confermano Leccese
Una riunione di maggioranza per aprire la verifica della giunta di Michele Emiliano e una “forte irritazione”. Ci mette tutta la giornata Elly Schlein a partorire una reazione, che in realtà – davanti agli ultimi arresti all’ennesimo strappo di Giuseppe Conte – appare piuttosto debole. La segretaria non rompe con i big pugliesi, né con Emiliano, né con Antonio Decaro. Non commissaria il Pd Puglia, nonostante le richieste che arrivano da pezzi di partito. Non molla Vito Leccese, anche se sarebbe tentata, con tutto il Pd nazionale che le chiede di arrivare a un terzo uomo. Che però non è nelle sue disponibilità, visto che Michele Laforgia ha detto no a ogni ipotesi. Resta rinchiusa nel bunker per ore Schlein, dopo che Conte ha ritirato gli assessori dalla giunta di Michele Emiliano. Una riunione su Bari con il cerchio magico (ci sono Igor Taruffi, Marta Bonafoni, Gaspare Righi) e il capogruppo in Senato, Francesco Boccia, quello che per lei ha seguito il dossier dall’inizio. La segretaria è arrabbiata con Conte, non sa bene cosa deve fare. Passa la linea Boccia: restare in silenzio e lasciare al Pd pugliese l’onere di parlare e di annunciare le decisioni condivise con il Nazareno.
La prima è il repulisti nel partito locale. Infatti, alla fine tocca a Domenico De Santis, segretario regionale, comunicare che Filippo Caracciolo si è dimesso da capogruppo in Regione (su pressione del partito) e che Michele Mazzarano, che si è già autosospeso, e Anita Maurodinoia non ne faranno più parte, “come previsto dal nostro codice etico”. Maurodinoia è indagata nell’inchiesta che ha portato all’arresto del marito Sandrino Cataldo, presidente di Sud al centro, lista