Commissione Covid, accordo Meloni-renzi sulla presidenza. Scelti “amici” delle Regioni
La commissione d’inchiesta sul Covid voluta dalla maggioranza di centrodestra e da Italia Viva non è ancora stata istituita ma c’è già un accordo che riguarda la presidenza: andrà a Fratelli d’italia mentre i vicepresidenti dovrebbero essere rispettivamente della Lega e Iv. Le nomine – che saranno votate dopo l’insediamento della commissione – sono il frutto di un patto tra meloniani e renziani, che hanno sostenuto la commissione d’inchiesta per individuare possibili responsabilità nella gestione della pandemia del governo Conte-2 (di cui Iv faceva parte). Il presidente della commissione così dovrebbe essere il senatore Marco Lisei, fedelissimo del viceministro di Fratelli d’italia Galeazzo Bignami, mentre i vice in pole position sono la deputata renziana Maria Elena Boschi e il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.
La legge sulla commissione d’inchiesta sul Covid è stata approvata definitivamente il 15 marzo dalla Camera e promulgata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonostante alcune critiche pregresse del Quirinale. Per istituirla però resta un passaggio: i partiti di maggioranza e opposizione devono comunicare ai presidenti di Camera e Senato i nomi degli eletti che dovranno far parte della commissione. In tutto dovranno essere 30 (15 deputati e 15 senatori): i partiti di maggioranza stanno accelerando e stanno per concludere l’iter per comunicare i propri nomi, mentre l’opposizione sta andando a rilento. La destra per questo accusa Pd e M5S di voler rallentare i lavori. Nella maggioranza però è stata data un’indicazione precisa: indicare “commissari” che siano vicini ai presidenti di Regione, soprattutto quelli del nord, per evitare che sul banco degli imputati della commissione finiscano anche i governatori. In teoria, proprio su richiesta della Lega, è stato escluso il ruolo delle regioni tra le materie su cui dovrà indagare la commissione, ma il rischio che qualcosa sfugga c’è. La Lega per esempio indicherà i senatori Claudio Borghi (da sempre contrario all’obbligo vaccinale e alle misure come il green pass e i lockdown) ma anche Romeo, capogruppo che vuole candidarsi segretario del Carroccio in Lombardia: quest’ultimo è vicino al governatore Attilio Fontana, molto criticato per la sua gestione della pandemia.