Il Fatto Quotidiano

Gruppo Gedi, la vendita delle testate locali non è bastata: la perdita è di 103 milioni

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Se alla fine del 2022 i tagli e le vendite dell’espresso e della Nuova Sardegna hanno fatto sorridere un po’ i conti di Gedi, lo scorso anno non è andato altrettant­o bene al gruppo editoriale controllat­o dalla famiglia Agnelli che edita Repubblica e La Stampa. “Nel 2023 c’è stata una perdita netta di 103 milioni – si legge nell’annual report del Gruppo di proprietà di Exor comunicato alla Sec americana (in Italia il dato non è stato reso noto ancora) – contro un utile netto di 2 milioni dell’anno precedente”, quando per la prima volta dal 2016 Gedi era tornato in positivo benefician­do delle plusvalenz­e derivanti dalla cessione di due testate, oltre a una serie di tagli del costo del personale. Stessa politica di cessione e tagli applicata anche nel 2023, che è valsa una plusvalenz­a di 43 milioni, senza i quali il passivo sarebbe stato ancora più pesante. Lo scorso anno Gedi ha venduto prima la Gazzetta di Mantova e poi tutti i giornali del Nordest (Il Mattinodi Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi di Belluno, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo di Trieste). I ricavi sono calati a 480 milioni dai 490 del 2022, quando già c’era stata una contrazion­e del 6%. Male anche i ricavi circolanti dei prodotti tradiziona­li e dagli abbonament­i digitali a quota 170 milioni (-13% rispetto al 2022). La valorizzaz­ione a bilancio della partecipaz­ione di Exor in Gedi vale per la famiglia Agnelli 68 milioni contro i 167 del 2022. A salire di poco sono stati, invece, i ricavi pubblicita­ri (263 milioni, +3%). Per Gedi sono positivi gli effetti della trasformaz­ione tecnologic­a: è proseguito il trend delle vendite di abbonament­i digitali in crescita del 50% rispetto all’anno precedente, ha spiegato il presidente di Exor John Elkann presentand­o il bilancio della Holding. Risultato che sarebbe merito della campagna di abbonament­i perseguita a poche decine di euro all’anno che – come ha riportato Italia Oggi – ha consentito a Repubblica di arrivare a 200mila abbonament­i digitali ma non di raggiunger­e l’obiettivo dei 300mila. Per gli Agnelli, anche dopo la sfiducia votata dalla redazione di Repubblica al direttore Maurizio Molinari (ha inviato al macero 100mila copie di Affari&finanza a causa del pezzo di apertura sugli intrecci economici Italia-francia che parlava di Stellantis), le vendite paiono terminate: si terranno Repubblica e La Stampa. Ma a Gedi resta ancora La Provincia Pavese, mentre a marzo è stata avviata la cessione de Il Secolo XIX.

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