Netanyahu: “Attacco limitato” Iran: “Risposta in pochi secondi”
Terzo giorno di riunione per il governo israeliano: tira e molla tra Gantz e Bibi. Il premier rassicura la Regione
Israele e Iran restano sull’orlo della guerra dopo la pioggia di droni lanciata da Teheran sabato scorso in risposta all’uccisione da parte di Tel Aviv dei leader pasdaran riuniti nell’ambasciata iraniana di Damasco, in Siria, il 1° aprile. L’attesa è per la decisione del gabinetto di guerra guidato dal premier Netanyahu. Da conversazioni con funzionari israeliani, gli americani si aspettano da parte dell’esercito di Tela Aviv una risposta limitata, riferiva ieri Nbc news. Quattro funzionari Usa infatti hanno dichiarato all’emittente che la risposta riguarderebbe attacchi fuori dall’iran, contro alleati e sostenuti dal regime degli ayatollah. Ma l’amministrazione Biden, riferivano sempre i funzionari sarebbe all’oscuro della scelta finale dell’obiettivo di Israele. Nell’incontro tra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e l’omologo israeliano Yoav Gallant, il primo ci ha tenuto a sottolineare ancora una volta la vicinanza americana a Tel Aviv, come d’altra parte molti leader del Medio Oriente e dell’europa: ma al contempo gli ha ribadito la necessità di evitare un’escalation regionale.
Il direttore generale dell’aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi ha espresso preoccupazione per il fatto che Israele possa prendere di mira gli impianti nucleari iraniani, annunciando di tenere lontano gli ispettori dalle centrali per questa ragione.
SECONDO LA CINA,
l’iran potrebbe “gestire bene la situazione e risparmiare ulteriori disordini alla zona” salvaguardando anche la sua “sovranità e dignità”. A non essere interessato a un’escalation si è detto ancora una volta il regime degli ayatollah che ieri con il presidente Ebrahim Raisi ha confermato al presidente russo Vladimir Putin che spera nella “moderazione” da entrambe le parti per prevenire un conflitto con “conseguenze catastrofiche”. Peccato che non la pensi così il portavoce del Comitato di Sicurezza del parlamento iraniano, Abolfazl Amouei: “Siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai utilizzato”, ha detto sostenuto dal portavoce del ministro degli Esteri: se Israele dovesse cercare di vendicarsi, l’iran risponderà in “pochi secondi” e “non ci sarà più un intervallo di 12 o 13 giorni tra una mossa del regime sionista e la potente risposta dell’iran”, ha rincarato.
Israele, dove il Gabinetto di guerra si è riunito per il terzo giorno consecutivo, non si sbilancia: il ministro Benny Gantz ha ribadito che Tel Aviv “risponderà nel luogo, nel tempo e nel modo che sceglierà” e che parallelamente collabora con gli Usa per costruire un’alleanza globale e regionale contro Teheran. Indizio delle spaccature interne al governo, con il premier Benjamin Netanyahu che ha tuonato: “Siamo determinati a vincere” a Gaza “e a difenderci in tutte le arene”. E l’idf che assicura che “l’iran non uscirà impunito da questa aggressione”. Per Netanyahu gli obiettivi sono tre: “eliminare Hamas, riavere gli ostaggi e garantire che Gaza non costituisca più una minaccia per Israele” e Hamas “fa parte di un sistema più grande, l’iran sta dietro Hamas e dietro Hezbollah”.
Proprio uno dei leader di Hezoblloah sarebbe infatti stato ucciso ieri in un raid oltre il condine libanese. Mentre Israele ha rassicurato i Paesi arabi della regione che la risposta all’attacco iraniano non li metterà in pericolo: Giordania, Egitto e Stati del Golfo sono stati informati che la risposta, quando arriverà, sarà condotta
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in modo tale che l’iran non possa coinvolgerli in una futura ritorsione, secondo l’emittente israeliana Kan. A fare da contraltare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che è tornato ad accusare Netanyahu indicandolo come responsabile per l’attacco iraniano e ricordando le vittime civili di Gaza. Secondo l’ultimo bilancio, sono saliti a 33.843 i palestinesi uccisi e oltre 76mila i feriti. E un report Onu di Un Women svela che sono 10mila le donne palestinesi uccise a Gaza dall’inizio della guerra, 19mila i bambini rimasti orfani. Nel cono d’ombra dell’abisso regionale, in Cisgiordania ieri i coloni hanno ucciso 2 palestinesi.