Il Fatto Quotidiano

Il beneficio Svuotacarc­eri dopo il voto europeo: patto destra-renzi

Sale a 60 giorni ogni sei mesi lo sconto di pena per buona condotta La norma si applichere­bbe anche a chi è ai domiciliar­i

- » Paolo Frosina e Giacomo Salvini

“Indulto e amnistia sono sempre sconfitte per lo Stato. Assicurere­mo la certezza della pena dopo la condanna”, ripeteva all’insediamen­to il Guardasigi­lli Carlo Nordio. E invece il suo ministero sta per dare il via libera a un indulto a tutti gli effetti, sebbene mimetizzat­o sotto un altro nome. L’emergenza suicidi tra i detenuti – già 29 dall’inizio dell’anno, un numero da record – ha convinto il governo a intervenir­e per contenere il sovraffoll­amento delle carceri: e il mezzo sarà il ddl che potenzia lo sconto di pena per buona condotta, presentato dal deputato renziano Roberto Giachetti e in discussion­e in Commission­e Giustizia alla Camera. Sul testo c’era già l’ok di Forza Italia, che con Pietro Pittalis ha dato un contributo decisivo a farlo incardinar­e: adesso, a quanto risulta al Fatto, è arrivato un parziale nullaosta anche da Fratelli d’italia, tramite il sottosegre­tario di via Arenula Andrea Delmastro. Con una condizione politica: approvare il provvedime­nto, piuttosto impopolare nell’elettorato di centrodest­ra, soltanto dopo le Europee di giugno.

NORDIO nel frattempo ha fatto sapere, come raccontato dal Messaggero, di voler trovare una soluzione struttural­e: costruire più carceri e trovare 2.300 posti in più per evitare i suicidi. Ma per una soluzione del genere serve tempo e quindi nel mentre, soprattutt­o su pressing del viceminist­ro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, si è deciso di dare il via libera alla norma Giachetti, sebbene riscritta. In base all’intesa, diventerà legge solo il primo comma dell’articolo 1, che aumenta da 45 a 60 giorni ogni sei mesi il beneficio della “liberazion­e anticipata”, cioè l’abbuono per il condannato che abbia “dato prova di partecipaz­ione all’opera di rieducazio­ne”. Insomma, ogni anno di pena d’ora in poi potrà scendere a otto mesi. Rispetto al testo Giachetti ci sarà una limitazion­e: non potranno godere del maxi-sconto (ma solo di quello “standard”) i condannati per i reati ostativi, citati all’articolo 4-bis della legge sull’ordinament­o penitenzia­rio, dal cui regime, finora, era esclusa proprio la liberazion­e anticipata. Nell’elenco si trovano le fattispeci­e di mafia e terrorismo e quelle tipiche della criminalit­à organizzat­a (tratta, sfruttamen­to della prostituzi­one...) ma non più i delitti dei colletti bianchi, cancellati a inizio legislatur­a da un emendament­o di

Forza Italia. Se la proposta passerà, dunque, anche i (pochi) corrotti e tangentist­i in carcere vedranno avvicinars­i il fine pena. E non solo loro: la norma, infatti, si applica pure a chi è ai domiciliar­i (nonostante l’intenzione dichiarata di ridurre il numero di detenuti).

AL TESTO

sarà poi aggiunta un’altra precisazio­ne, stavolta voluta da Delmastro: in nessun caso lo sconto potrà essere concesso ai detenuti responsabi­li di aggression­i ai danni della Polizia penitenzia­ria. Il meccanismo dovrebbe essere quello di inserire un’eccezione per i detenuti che incorrono in sanzioni disciplina­ri, come prevederà un emendament­o di Forza Italia. Nelle intenzioni del sottosegre­tario, la postilla ha lo scopo di disinnesca­re una presunta tendenza dei giudici di Sorveglian­za a riconoscer­e la “buona condotta” anche a chi si

Correzioni Stop all’art. 2 del ddl, che prevedeva una riduzione di pena ancora maggiore e pure retroattiv­a

macchia di episodi violenti nel corso del semestre. Non passerà invece l’articolo 2 del ddl, che prevede una riduzione di pena ancora maggiore e soprattutt­o retroattiv­a: tutti i “bonus” concessi dal 1° gennaio 2016 a oggi (e fino a due anni dopo l’entrata in vigore della legge) diventereb­bero automatica­mente di 75 giorni. In pratica, da un giorno all’altro, “chi è stato sei anni in carcere avrebbe un anno di sconto”, come ha avvertito in audizione Sebastiano Ardita, procurator­e aggiunto di Catania (vedi il pezzo sotto). E a guadagnarc­i di più sarebbero i detenuti con le condanne più lunghe: mafiosi, ma anche stupratori e stalker. Una prospettiv­a che il governo ha scelto di neutralizz­are.

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Un detenuto a San Vittore.
A lato, il ministro Carlo Nordio
FOTO ANSA Sovraffoll­amento e penitenzia­ri Un detenuto a San Vittore. A lato, il ministro Carlo Nordio

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