Borsellino, il Pg: “I tre poliziotti vanno condannati”
Le indagini sulla strage di via d’amelio hanno avuto un inquinamento probatorio. A cui hanno contribuito anche alcuni magistrati, poco attenti, che non sono stati in grado di cogliere elementi di indici di falsità dell’ex collaboratore Vincenzo Scarantino. C’è stato anche un tradimento degli uomini dello Stato, nei confronti del giudice Paolo Borsellino e dei loro colleghi morti nella strage. Un tradimento dovuto ad un forte interesse, perché sapevano che con il loro comportamento avrebbero sviato le indagini, vuoi per proteggere pezzi dello Stato, vuoi per coprire mafiosi, per questo motivi chiediamo la condanna a 11 anni e 10 mesi per Mario Bo,e a 9 anni e 6 mesi ciascuno per Fabrizio Mattei emichele Ribaudo”. È la richiesta del procuratore generale di Caltanissetta, Fabio D’anna, e dei magistrati Maurizio Bonaccorso e Gaetano Bono, al termine della requisitoria nel processo “Depistaggio Borsellino”, che vede imputati i tre poliziotti Bo, Mattei e Ribaudo per calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, in quanto avrebbero istruito il finto pentito Scarantino, a rendere dichiarazioni per sviare le indagini sulla strage. Per l’accusa si tratta di “25 anni di gravi illeciti e reati” commessi dagli uomini dello stato, in cui emerge la figura dell’ex capo della mobile palermitana Arnaldo La Barbera, pagato “con fondi neri dal Sisde” e “anello di congiunzione tra due mondi: servizi segreti deviati e cosa nostra”, entrambi “interessati a non accertare i responsabili della strage di capaci e via d’amelio”.