Il Fatto Quotidiano

Puglia, Emiliano resiste ancora al Pd: rinviato anche il rimpasto

Spostato a oggi il vertice Leccese-laforgia sul 2° turno

- » Luca De Carolis

Loro, lui, l’altra. Nella Bari degli arresti e indagati a catena, il centrosini­stra trascorre la giornata a cercare un futuro. Ma con inaudita calma, anche se le urne di giugno sono a un passo, e le liste andrebbero chiuse da qui a venti giorni.

EPPURE i due candidati alle Comunali Michele Laforgia e Vito Leccese, che dovevano vedersi ieri pomeriggio, si siederanno a un tavolo solo stamattina per cercare un accordo sul secondo turno, mentre Michele Emiliano ieri ha radunato la sua maggioranz­a in Regione per lavorare a un rimpasto di giunta, che non è certo l’azzerament­o invocato da Elly Schlein, e che comunque non è arrivato, perlomeno non ieri. Mentre è evidente la volontà di recuperare prima possibile in giunta i Cinque Stelle. Sullo sfondo, Giorgia Meloni, che ha querelato lo storico e filologo Luciano Canfora perché l’aveva definita “neo-nazista nell’anima” difeso proprio dal penalista Laforgia. Ieri Canfora è stato rinviato a giudizio, ma il suo avvocato già avverte: “Meloni verrà sicurament­e chiamata a deporre”. Lei, la premier, nel tribunale della città che potrebbe essere commissari­ata dopo il voto di giugno. Un altro cortocircu­ito nella Bari dove sono saltati tutti gli schemi, ed è saltato pure il terzo nome. “Io sto fermo su una sedia, di un mio ritiro non se ne è parlato” assicura Laforgia a Un giorno da pecora. Lui e Leccese cercherann­o un accordo per non farsi male in campagna elettorale, e impegnarsi a sostenersi a vicenda nel secondo turno. Chissà come si regolerà Emiliano, che dovrebbe sostituire almeno un’assessora – l’indagata Anita Maurodinoi­a, dimessasi – mentre vorrebbe tenere congelata la delega della 5Stelle Rosa Barone. Di certo, niente azzerament­o. E ieri, prima di chiudersi in Regione con assessori, consiglier­i e segretari dei partiti di maggioranz­a, ha posto un tema normativo di cui il Fatto aveva scritto già giorni fa: “A Roma non sanno bene che lo statuto regionale obbliga il presidente a scegliere gli assessori tra i 30 eletti della sua maggioranz­a, il che è piuttosto complicato”. Frecciatin­a a Schlein, nonché la conferma di una linea. Emersa anche nella riunione, non facile. “Azzerare non ha senso con questa legge regionale, e per fare un rimpasto profondo dovrei rimettere mano ai due tecnici in giunta, che stimo” sostiene in sostanza il presidente regionale, che rivendica: “L’attività della giunta non è stata toccata dalle inchieste”. Pd e Sinistra Italiana però invocano segnali concreti.

A VERTICE FINITO, Emiliano assicura che “è andata bene”, e che “la maggioranz­a vuole favorire il dialogo tra Pd e M5S, e a tal fine ritiene di poter accogliere le richieste di un netto cambio di fase attraverso l’indicazion­e di altissime figure proposte dai partiti”. Inoltre, sostiene, è stata accolta la richiesta di Giuseppe Conte di un “patto operativo per la legalità”. con la nomina di un nucleo ispettivo sugli atti dell’amministra­zione regionale. Il suo obiettivo insomma è un mini-rimpasto, riportando dentro il M5S. Quando e come, andrà ancora discusso.

 ?? FOTO ANSA ?? Michele Emiliano con Elly Schlein
FOTO ANSA Michele Emiliano con Elly Schlein

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy