“Sud al Centro” e i magnifici sette: il mini-partito degli indagati baresi
Anita Maurodinoia, Sandro Cataldo, Antonio Donatelli, Maria Carmen Lorusso, Giacomo Olivieri, Alfonso Pisicchio, Alessandro D’adamo. Cosa hanno in comune, a parte l’essere implicati in inchieste giudiziarie? L’appartenere a “Sud al Centro”. A non pensar male, un contenitore politico incredibilmente sfortunato.
Il movimento vive unicamente nella provincia di Bari e si alimenta delle elezioni amministrative. E i pilastri delle preferenze sono tutti finiti nei fascicoli delle indagini che sta facendo tremare il campo progressista in Puglia.
È NATO nell’aula consiliare del Comune di Bari, quando l’ormai ex assessora regionale Anita Maurodinoia, eletta all’epoca con il centrodestra, passa al centrosinistra costituendo il primo gruppo “Sud al Centro”. A portare la creatura fuori dalle mura del Consiglio comunale, è il marito Alessandro Cataldo, noto a tutti come Sandrino. Il movimento cresce negli anni, si espande nei comuni del barese e diventa il trampolino di lancio per l’elezione in Consiglio regionale di Maurodinoia – candidata nella lista del Pd – e da allora ribattezzata, grazie ai 20mila voti, “lady preferenze”. Due anni dopo, nel febbraio del 2022, la stessa Maurodinoia, dopo qualche mese di silenzio per le prime avvisaglie delle inchieste, organizza una convention in un noto albergo barese per rispolverare la macchina in previsione delle amministrative di quell’anno.
Le prime avvisaglie, dicevamo, furono i segnali del terremoto che ha portato al crollo del sistema messo su dal marito dell’ex assessora. Sandrino Cataldo, infatti, è il primo nome del partito ad essere travolto dalle inchieste, finendo ai domiciliari. È ritenuto dagli inquirenti il deus ex machina dell’organizzazione che permetteva l’elezione dei suoi candidati al costo di 50 euro a voto. Tutto perfettamente racchiuso in elenchi, scoperti dai carabinieri, con duemila nominativi, documenti d’identità e prova del voto e che sarebbero serviti anche all’elezione di sua moglie. Cataldo dovrà restare ai domiciliari perché ritenuto ancora attivo politicamente. E lo stesso vale per Antonio Donatelli, ormai ex sindaco di Triggiano, ai domiciliari perché l’inchiesta è partita proprio dalla tornata elettorale che lo consacrò sindaco.
TRASFORMISMI QUEL SALTO A SINISTRA DELL’EX ASSESSORA
MA I PRIMI a finire, rispettivamente in carcere e ai domiciliari, sono stati Giacomo Olivieri Maria Carmen Lorusso. Anche loro marito e moglie. Lorusso, consigliera comunale, ha aderito al partito di Cataldo nel 2021. Ma secondo la procura i voti li ha ricevuti, grazie al lavoro del marito, dai clan baresi assoldati per recuperare consensi previo compenso. Alfonsino Pisicchio, poi passato a Senso Civico, era assessore regionale all’urbanistica quando la procura iniziò a indagare sul “collaudato sistema di corruzione” messo su insieme a Enzo Pisicchio, suo fratello. Secondo l’accusa, pilotavano appalti in cambio di favori sia elettorali che personali, come l’assunzione di figli e parenti nelle imprese agevolate.
L’ultima inchiesta riguarda Alessandro d’adamo, assessore al Bilancio del Comune di Bari, defenestrato dal sindaco Antonio Decaro dopo l’indagine della Procura europea per truffa ai danni dell’ue: avrebbe percepito indebitamente fondi pubblici del programma Garanzia Giovani. Attraverso l’associazione per la formazione Kronos avrebbe ottenuto, grazie a false documentazioni su assunzioni mai avvenute, circa 8,8 milioni di euro. L’ingresso di D’adamo nella giunta comunale, nel 2017, sarebbe avvenuto proprio grazie alle indicazioni degli ex assessori Pisicchio e Maurodinoia, spettatori durante la firma del decreto di nomina.
La storia social di “Sud al Centro” è rimasta all’ultimo post di febbraio. Sul sito, il tempo si è fermato addirittura al 2022, alla conferenza organizzata da Maurodinoia. Grandi trionfi, come quello delle Amministrative del 2021: online si festeggiavano i consensi “oltre le più rosee aspettative”, per esempio al Comune di Triggiano. “Sud al Centro con il botto” titolavano. Mai immaginando, forse, che il botto sarebbe stato un altro.