Ponte, stop a Salvini: dai costi alla sismicità, ben 240 rilievi
Centinaia di richieste dei tecnici ministeriali: servono altri studi e analisi. Lettera di Chigi a Bruxelles: “Procedura sarà scrupolosa”
ASTRONCATURA DUBBI PURE SULL’ANALISI DELLE SPESE: SOTTOSTIMATE “DEL 26%”
sommarle tutte si arriva a 239, ma considerando anche le sotto-richieste si raggiunge la ragguardevole cifra di 279. Tante sono le lacune documentali del progetto definitivo del Ponte di Messina evidenziate dai tecnici del ministero dell’ambiente nella procedura di Valutazione di impatto ambientale: la Commissione Via-vas (50 esperti) ha quindi chiesto altrettante integrazioni ai “proponenti”: Stretto di Messina, la società pubblica che deve realizzare il ponte e il consorzio Eurolink (capitanato da Webuild) che deve costruirlo. Come rivelato dal Fatto, la stroncatura è stata consegnata lunedì alle società ed è ad ampio raggio. Il che, ça va sans dire, pare incompatibile con i “cantieri aperti in estate” promessi da Matteo Salvini.
NELLE 42 PAGINE, i tecnici della Commission Via chiedono chiarimenti su praticamente ogni aspetto del progetto. In molti casi la documentazione fornita non è particolarmente approfondita, se non proprio insufficiente. E servono approfondimenti anche particolarmente complessi. “Entro 30 giorni verranno fornite le risposte”, ha replicato ieri l’ad di Stretto di Messina, Pietro Ciucci: linea dettata dal ministero delle Infrastrutture del leghista che vuole correre.
Il malumore è palpabile ma vale la pena di notare che è stato lo stesso governo, nella fattispecie Palazzo Chigi, ad aver rassicurato la Commissione europea che la Via sarebbe stata fatta scrupolosamente. L’8 novembre scorso, infatti, dagli uffici del ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto, fedelissimo di Meloni, è partita una lettera a Bruxelles in risposta ai dubbi europei. La sintesi: non vi preoccupate, la procedura “sarà adeguata”. La Commissione chiedeva chiarimenti visto che è sulla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) sui siti della Rete Natura 2000 (tutta l’area dello Stretto rientra in zone di protezione speciale europea) che si arenò nel 2013 il vecchio progetto a causa di una valutazione inesorabilmente negativa. Dal 2014 è aperta una procedura di contestazione europea (“Eu Pilot”) sull’applicazione della Vinca e l’italia rischia la procedura d’infrazione. Da qui nasce la nota di Palazzo Chigi (da sempre scettica sulla corsa di Salvini a far rivivere la maxi-opera) citata nel documento del ministero guidato da Gilberto Pichetto Fratin (FI).
Tornando ai dettagli, le richieste di integrazione, come detto, sono ad ampio raggio: vanno aggiornati gli studi sismici e sui maremoti, ma anche quelli per valutare l’impatto sull’inquinamento dell’aria, sugli ambienti marini, sui terreni e l’agricoltura, sulle acque e sui rischi di subsidenza e dissesto. E ancora: nuovi studi, analisi e approfondimenti servono sulla flora, la fauna, sul rumore prodotto e i campi magnetici. Ben 66 richieste riguardano proprio la valutazione d’incidenza ambientale bocciata nel 2013. Insoddisfacenti sono alcuni documenti presentati sul quadro progettuale e per la gestione della cantierizzazione, ma anche sull’analisi costi-benefici fornita dalle società, ovviamente positiva. Qui si arriva al paradosso: i tecnici ministeriali chiedono lumi sulle stime di traffico che non sono definite ma soprattutto sui costi di costruzione che appaiono sottostimati visto che si assumono costanti dall’inizio alla fine, quando per i ponti – di norma – si arriva a consuntivo con un “aumento del 26%”. E dire che per la sola parte economica, l’analisi è già negativa per 1,5 miliardi, compensati dai benefici ambientali che però appaiono sovrastimati (e infatti i tecnici chiedono di chiarire come sono calcolati). Non mancano elementi bizzarri come documenti scritti “in un carattere incomprensibile”.
Come si può intuire, molte richieste impongono studi e analisi non facilmente eseguibili in 30 giorni. Tanto più che la Commissione Via chiede a Sdm ed Eurolink di rispondere anche alle osservazioni arrivate dalle parti pubbliche: oltre 500 pagine dalle associazioni ambientaliste e altre centinaia dai Comuni di Villa San Giovanni, Messina e dalle città metropolitane. Insomma, Ciucci e soci potrebbero chiedere una proroga, cosa che allungherà i tempi. La Commissione però scadrà il 24 maggio e la palla passerà a quella successiva che dev’essere ancora nominata.
Wwf, Legambiente e i comitati parlano di “farsa” e progetto “che non sta in piedi”. “Quello del ministero è un macigno sull’opera”, attacca il leader M5S Giuseppe Conte. “Quel che accade è gravissimo, ecco perché ogni qualvolta ci saranno notizie e documenti utili li presenteremo in procura”, avvisa Angelo Bonelli (Avs).