“Senza difesa aerea degli Usa, Kharkiv finirà come Aleppo”
La città rischia l’avanzata russa
Dall’inizio di questa nuova ondata di attacchi alle infrastrutture energetiche, Kharkiv non è solamente più buia, ma anche più vuota. Prima del febbraio del 2022 la città ospitava oltre 2 milioni di persone, attualmente ce ne sono circa 1,2 milioni tra abitanti e sfollati provenienti da Est.
Mentre i russi erano occupati più a Sud, la città viveva un momento di rinascita, già proiettata verso il futuro. Oltre ai progetti di ricostruzione si iniziavano a sviluppare programmi per la ripresa economica delle piccole attività o anche macro progetti volti a cambiare l’orientamento generale di Kharkiv. Secondo quanto comunicatoci da Dmytro Chubenko, portavoce del municipio della città, l’idea è, tuttora, di ospitare lì le più importanti s tar t- up del settore tecnologico militare.
FINO A QUALCHE settimana fa, Kharkiv era tornata a vivere in tranquillità, a rompere il ritmo c’era solamente il botta e risposta della “guerra nella guerra”, quella tra Kharkiv e la vicina Belgorod. Città che non hanno mai smesso di colpirsi a vicenda, indiscriminatamente su obiettivi militari e civili. Al tempo l’avanzata russa su Kupiansk sembrava anche quella legata a questa dinamica, allontanare gli ucraini, creare una zona cuscinetto e quindi difendere Belgorod. La strategia è chiaramente cambiata. Ora a Kharkiv è tornata la paura dell’occupazione. “Ma non hanno bisogno di occupare la regione via terra, siamo troppo vicini alla frontiera, continueranno a bombardarci dal loro territorio”. Lidia, volontaria della ong Peaceful Heaven of Kharkiv, ci racconta le sue esperienze nel portare aiuti umanitari alle comunità della regione. “Tutta la zona è coperta dai loro droni, dopo 30 secondi dal nostro arrivo si avvicinano. Abbiamo tre minuti per la distribuzione, dopodiché sparano”. Secondo Lidia, i bombardamenti si sono intensificati negli ultimi giorni, non solamente in città, ma anche nei villaggi. “Prima i colpi non avevano uno schema preciso, ora sembra che colpiscano degli obiettivi ben studiati”. Le persone con cui parliamo nella città convergono tutte su una stessa conclusione: “Stanno cannoneggiando intensivamente e colpendo l’elettricità per farci andare via, per poi poter bombardare con più violenza e quindi entrare”. Lo schema degli attacchi porta chiaramente a pensare che l’attenzione si sia spostata proprio lì. Il sindaco Ihor Terekhov si sfoga: “Senza nuovi aiuti militari americani Kharkiv rischia di diventare una seconda Aleppo”.
QUANDO la Capitale ha fatto da backup energetico a Kharkiv si è vista bombardata la sua più grande centrale. Il missile è passato senza problemi. Sembra che non ci siano più Patriot, ma ora anche Kharkiv ne vuole, per difendersi. Ma i dubbi sono molti. Secondo il New Voice of Ukraine, i Patriot non avrebbero tempo di intercettare il missile in arrivo, inoltre si rischia che i russi ne colpiscano i depositi e poi potrebbero essere usati dagli ucraini in maniera offensiva, penetrando in territorio russo e creando un’escalation.
Le affermazioni di Zelensky sul fatto che la produzione di munizioni nazionale sia partita e porterà all’autosufficienza, mostrano in realtà una nota di pessimismo: il presidente teme che gli aiuti non ci saranno per sempre e vuole dare l’illusione di potercela fare. Anche la Russia si è attrezzata, orientando il 30% del pil alla produzione di armi e producendo il triplo di munizioni di artiglieria di Europa e Usa, che sono tra l’altro occupati a gestire anche altre guerre.
Una delle fabbriche di armi russe è stata centrata da un drone ucraino martedì scorso. Mosca sta sicuramente progettando un’offensiva estiva o, secondo alcuni, addirittura la chiusura della cosiddetta “operazione speciale”. Secondo gli ultimi eventi, potrebbe essere proprio Kharkiv l’obiettivo di questo grande attacco. Intanto continuano i bombardamenti su tutto il territorio ucraino, ieri un missile su Chernihiv ha ucciso almeno 17 persone.