Fisco, Mazzaro rischia tre anni
• TRE ANNI DI RECLUSIONE e la confisca di 393 mila euro. Sono le richieste dell’accusa nei confronti di Canio Mazzaro, ex compagno di Daniela Santanchè, nel processo che lo vede imputato di presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per la vicenda dello yacht “Unica”.
L’imbarcazione fu venduta nel 2019 per 400 mila euro (senza passaggio di denaro da Canio Mazzaro) a Biofood Italia Srl, società amministrata all’epoca dall’attuale ministro del Turismo del governo Meloni, e poi ceduta a una società maltese. Secondo i Pm e la Guardia di Finanza si sarebbe trattato di una mossa orchestrata dall’imprenditore per sottrarsi a un accertamento dell’agenzia dell’entrate sui propri debiti tributari. “La barca sparisce e spariscono i soldi e così” Canio Mazzaro “frustra definitivamente ogni pretesa del Fisco”, ha detto in aula il pm Paolo Filippini chiedendo la condanna dell’imprenditore 65 enne. Per la difesa invece il manager va assolto perché il fatto non sussiste: la vendita non sarebbe stata simulata, le trattative sarebbero iniziate tre anni prima dell’arrivo delle cartelle dell’agenzia delle Entrate. Inoltre per la difesa la contestazione fiscale sarebbe sotto la soglia di punibilità.
La sentenza è attesa per il 12 giugno. Nell’inchiesta anche Santanchè è stata indagata e poi archiviata per non aver avuto “alcun ruolo attivo” nella vicenda.
Ma i guai non finiscono qui. La stessa Biofood Italia, parte del gruppo dell’alimentare bio Ki Group srl che è in liquidazione giudiziale da gennaio e sul quale indaga la Procura di Milano, è a rischio di liquidazione giudiziale (il “vecchio” fallimento) sempre su richiesta della Procura del capoluogo lombardo. La società fu amministrata da Santanchè tra gennaio 2015 e ottobre 2019 e da Mazzaro tra settembre 2013 e gennaio 2015 e da ottobre 2019 a novembre 2023. Costituita il 19 novembre 2010, nel 2011 Biofood si fece carico di oltre 5 milioni di debiti che la quotata Bioera (anch’essa ora a rischio) aveva nei confronti di Mps. Biofood ottenne dalla banca una tregua di 8 anni e prima rata di rimborso nel 2019, ma non pagò nulla. I suoi debiti (saliti a quasi 10 milioni) finirono tra i crediti deteriorati di Mps acquisiti da Amco, controllata del ministero dell’economia che fece istanza di liquidazione giudiziale ma all’ultimo minuto in udienza la ritirò. Ma la Procuratrice aggiunta di Milano Laura Pedio che con i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi indaga sul colosso bio e Visibilia, a inizio marzo hanno chiesto la liquidazione giudiziale di Biofood, che ha 1 milione di debiti fiscali scaduti. La società ha chiesto il concordato preventivo, ma deve trovare l’intesa coi creditori.